«Non vediamo ragione per cambiare testo» del Mes, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, mentre in Italia si discute ancora, con il M5s che si oppone all’approvazione del fondo salva-Stati. «Abbiamo lavorato – ha spiegato Centeno – molto quest’anno sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità e abbiamo preso una decisione a giugno, con un accordo politico: ora stiamo discutendo di questioni tecniche La firma è attesa per l’inizio del 2020». Secondo quanto si apprende, infatti, dopo l’accordo in Eurogruppo e all’Eurosummit serve tempo ulteriore, circa un paio di mesi, per tradurre i testi nelle diverse lingue.
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Affermazioni, quelle del ministro dell’Economia portoghese, che cancellano in un colpo solo le richieste del capo politico M5s Luigi Di Maio: «Sul Mes, siamo molto determinati. Per noi bisogna rinviare: così com’è non va bene, perché espone l’Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti. Questa firma ci impegnerà per i prossimi 50 anni. Finché non avremo la certezza al 200% che l’Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma».
Mentre le parole di Centeno non scompongono il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte: «Non vedo né un rischio di veto» al Consiglio Ue «né un rischio di spaccatura nella maggioranza», ha commentato Conte a margine del vertice Nato. «Ci sono procedure tempi e modi ai quali ci atterremo. Ci siamo aggiornati con il ministro Gualtieri, ci sarà un passaggio parlamentare e procederemo con una interlocuzione lineare con i partner. Vedremo i tempi e modi per procedere. C’è una logica di pacchetto e a quella ci atteniamo».