Accorgersi di soffrire di Osas o sindrome delle apnee ostruttive del sonno non è facile, anche perché spesso alcuni sintomi come stanchezza e sonnolenza diurna, possono essere imputati a una semplice nottataccia. Eppure di Osas soffrono 12 milioni di italiani. È una malattia silenziosa, che ha ricadute concrete, e spesso drammatiche, sulla salute e sulle attività quotidiane: dalla scarsa concentrazione e a deficit di memoria, che determinano un aumento della probabilità di incidenti stradali e lavorativi, all’insorgenza di patologie cardiovascolari, neurologiche e metaboliche. Con la dr.ssa Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria ed esperta in allergologia, responsabile del Gruppo Siciliano di Medicina del Sonno, abbiamo cercato di capire come riconoscere i primi campanelli d’allarme e conoscere quali sono le terapie più efficaci per risolvere i disturbi del sonno.
Come si manifesta la sindrome delle apnee ostruttive del sonno?
«È una malattia subdola. Ad accorgersene è spesso il partner della persona che soffre di questo disturbo, caratterizzato da russamento intermittente e da episodi ripetuti di apnee, ovvero temporanee interruzioni della respirazione durante il sonno dovute all’occlusione parziale o totale delle vie aree superiori. Le apnee notturne possono durare dai 10 ai 40 secondi ed essere ripetute centinaia di volte nell’arco della notte, causando microrisvegli continui e soprattutto una sistematica ed insufficiente ossigenazione».
Come facciamo a riconoscere l’Osas?
«Assistiamo ancora oggi ad una grande disinformazione riguardo le apnee notturne e il russamento, infatti solo una piccola percentuale di soggetti affetti da Osas è in cura per risolvere queste patologie nonostante abbiano delle ricadute concrete e spesso drammatiche sulla salute e sul normale svolgimento delle attività quotidiane. Il primo passo è riconoscerne i sintomi: sonno frammentato, pause respiratorie, russamento, senso di soffocamento, sudorazione notturna e nicturia, ossia necessità di urinare spesso durante la notte dovuta all’aumento della concentrazione di anidride carbonica nel sangue. Di giorno si assiste invece ad episodi di sonnolenza, irritabilità e disturbi dell’umore, scarsa concentrazione, deficit della memoria, stanchezza al risveglio, cefalea».
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Perché è importante non sottovalutare questi sintomi?
«Il problema non deve essere sottovalutato poiché può causare l’insorgenza di patologie cardiovascolari, neurologiche e metaboliche. Chi ne soffre ha un rischio maggiore di sviluppare ipertensione arteriosa, ictus cerebrale oltre ad obesità e diabete mellito. Studi scientifici recentissimi, inoltre, hanno messo in evidenza la correlazione tra russamento e patologie cerebrali. Oltre all’ictus cerebrale, il soggetto che russa presenta un altissimo rischio di infarto del miocardio. Altri aspetti da non trascurare nei pazienti affetti da disturbi respiratori del sonno sono la scarsa concentrazione e la stanchezza diurna, che determinano un aumento della probabilità di incidenti stradali e sul lavoro».
Come si arriva alla diagnosi?
«La diagnosi è squisitamente clinica. Storia di russamento e sonnolenza diurna, risvegli notturni con sensazione di “fame d’aria” e apnee notturne riferite dal partner sono elementi sufficienti a porre il sospetto clinico. A questo punto un esame poligrafico con parametri cardio-respiratori è in grado di quantificarne la severità. Dopo essere stato valutato dall’otorinolaringoiatra per escludere o individuare patologie ostruttive delle alte vie respiratorie, il paziente deve essere sottoposto immediatamente alla polisonnografia notturna stanziale, che rappresenta il gold standard per la diagnosi delle apnee notturne e del russamento. È un esame facilmente eseguibile, non invasivo, che rileva alcuni parametri fondamentali di tipo cardiorespiratorio, e può essere eseguito a domicilio».
Si può intervenire chirurgicamente?
«Le patologie ostruttive delle alte vie respiratorie oggi possono essere invece trattate con chirurgia mini-invasiva o biosurgery effettuata solitamente con Laser a diodi. Con questa metodica rapida, indolore, non invasiva, ambulatoriale, ed eseguibile in anestesia locale, si possono trattare l’ipertrofia dei turbinati inferiori, le poliposi nasale, le deviazioni del detto nasale anteriori, senza la necessità di apporre tamponi nasali, dimettendo immediatamente il paziente che può tornare da subito a tutte le proprie attività quotidiane. Con la metodica laser si può eseguire anche l’uvulopalatoplastica, il rimodellamento del velo palatino e dell’ugula, che spesso nel soggetto russatore, si presentano prolassati ed ispessiti. Anche in questo caso si tratta di un intervento veloce, non invasivo, indolore, e senza necessità di apposizione di punti di sutura».
In cosa consiste il nuovo protocollo Osas messo a punto dal Gruppo siciliano di Medicina del Sonno?
«Il protocollo prevede la stretta collaborazione dello specialista in otorinolaringoiatria, dello pneumologo, della biologa-nutrizionista clinica, dello ortodontista-gnatologo e dello osteopata. Nel dettaglio, al paziente viene proposto un check-up per apnee notturne e russamento che si avvale di una visita otorinolaringoiatrica per rilevare patologie che riducono il calibro delle alte vie respiratorie che possono essere trattate con la metodica laser. Seguirà la visita dallo pneumologo per programmare ed eseguire la polisonnografia che serve a registrare il numero e l’entità delle apnee notturne. La visita con il nutrizionista è necessaria per escludere o evidenziare malattie metaboliche quali obesità, sovrappeso, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete mellito, etc. e programmare un percorso dietetico qualora sia necessario ridurre il peso corporeo. Ed, infine, l’ortodontista-gnatologo visiterà il paziente in sinergia con l’osteopata per rilevare eventuali alterazioni cranio-mandibolari e programmare un trattamento riabilitativo».
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Quali solo le terapie più innovative messe in campo per risolvere i disturbi del sonno?
«Sono diverse le terapie che il protocollo OSAS prevede per risolvere le problematiche legate al russamento e alle apnee notturne. Vanno da particolari protocolli nutrizionali che permettono di ridurre, in poco tempo, il peso corporeo del paziente obeso o in sovrappeso alla terapia con dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) che rappresenta una valida alternativa alla CPAP (ventilazione a pressione costante positiva) presidio poco tollerato dal paziente perché considerato invasivo, fino agli interventi di chirurgia mini-invasiva. Nei primi sei mesi dell’anno il Gruppo Siciliano di Medicina del Sonno ha valutato 49 pazienti, di questi 38 sono stati sottoposti ad un regime dietetico controllato e in tutti i 38 casi si è evidenziata una rapida ed efficace perdita di peso accompagnata da un miglioramento della funzione respiratoria. Dal punto di vista otorinolaringoiatrico dei 49 pazienti ben 30 sono stati trattati con metodica laser in anestesia locale, senza necessità di inserire tamponi nasali o apporre punti di sutura, e dimessi immediatamente con possibilità di ritornare alla proprie attività quotidiane immediatamente. Tutti i pazienti trattati con terapia laser hanno riferito un netto miglioramento della respirazione e una riduzione degli episodi di apnea. Dal punto di vista ortodontico, dei 49 pazienti pervenuti 31 sono stati candidati per il trattamento con MAD, un dispositivo intraorale non invasivo che permette di aumentare lo spazio respiratorio posteriore e quindi ridurre il russamento e gli episodi di apnee. Tutti i pazienti che hanno completato tutto il nuovo Protocollo Osa alla fine del trattamento si sono sottoposti alla polisonnografia di controllo e tutti hanno ottenuto dei risultati eccellenti con esiti nella norma o quasi. Quindi oggi le apnee notturne e il russamento si possono trattare con protocolli non invasivi, veloci e soprattutto ben tollerati dal paziente».