E se dal movimento delle sardine nascesse un partito politico? È una domanda che si pongono in molti sin dalla prima discesa in piazza a Bologna, lo scorso 14 novembre, in risposta all’inizio della campagna elettorale della Lega per le Elezioni regionali dell’Emilia-Romagna del 26 gennaio 2020. Ma se le sardine decidessero di diventare un vero e proprio partito politico, quale effettivo peso elettorale potrebbero avere? I sondaggi dicono che oggi il movimento fondato da Mattia Santori, Andrea Garreffa, Giulia Trappoloni, e Roberto Morotti potrebbe pescare consensi tra gli elettori del Pd, del M5s e tra gli astensionisti.
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Secondo il sondaggio Ixè per Cartabianca, il movimento delle Sardine raccoglierebbe il 7,5% delle intenzioni di voto degli aventi diritto. I voti che convergerebbero nell’ipotetica lista delle Sardine verrebbero in primo luogo dal Partito Democratico (2,4%), poi dal Movimento 5 Stelle (1,0%), da altri partiti (1,4%) e infine dagli astensionisti (2,7%).
Secondo l’istituto di Antonio Noto, il 10% degli italiani voterebbe sicuramente per le sardine, mentre un altro 5% li terrebbe in considerazione. Per intenderci, le sardine eguaglierebbero i voti degli ex premier Berlusconi e Renzi, i cui partiti – secondo gli ultimi sondaggi- si attesterebbero al 5% ciascuno.
Il quesito di Tecné, invece, si sofferma sul messaggio delle sardine e sulla collocazione politica dei potenziali elettori. Più precisamente, il 21% del campione intervistato conosce e condivide il messaggio delle sardine, con un elettorato medio tra i 34 e i 45 anni, in maggioranza impiegati, studenti e precari. Il consenso delle sardine proviene per il 23% dagli elettori Pd, per un altro 23% dai votanti grillini, 13% dagli altri partiti di sinistra e il 37% restante dagli astenuti.
«Non abbiamo intenzione di fare partiti, c’è già un sacco di gente che lo spera per rifarsi una carriera politica», ha detto il portavoce delle sardine, Mattia Santori, ai microfoni di “Un giorno da Pecora” su Rai Radio 1, dopo le ultime rilevazioni sul possibile risultato del movimento nel caso in cui si presentasse alle elezioni. Santori ha detto anche che le Sardine non daranno indicazioni di voto per l’Emilia Romagna: «No, non essendo un partito. L’idea è quella di fare una sorta di gruppo di pressione in cui noi presentiamo alle forze politiche non sovraniste i punti che secondo noi hanno fatto sì che tante persone si siano avvicinate alle sardine. Ogni regione avrà il suo modo di dialogare».