Lo scorso anno la parola chiave era «cattiveria». Nel 2019, la parola che sembra dominare il rapporto annuale del Censis che fotografa la società italiana è «incertezza». Questo è lo stato d’animo con cui il 69% di noi guarda al futuro (il 17% è addirittura pessimista e solo il 14% riesce a progettare e immaginare il domani con un po’ di sano ottimismo). E se è l’incertezza a dominare non sorprende che nella nostra penisola crescano le pulsioni antidemocratiche: il 48% degli italiani vorrebbe un «uomo forte al potere» che non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni (e il dato sale al 56% tra le persone con redditi bassi, al 62% tra i soggetti meno istruiti, al 67% tra gli operai).
Sono 8 milioni gli italiani pessimisti assoluti, già convinti che la democrazia liberale abbia i giorni contati e che a sostituirla sarà una qualche forma di regime autoritario. Un «uomo forte» che pensi a tutto, visto che solo il 19% dei nostro connazionali sembra interessato alla politica tanto da parlarne frequentemente con amici e parenti. Il 76% non ha fiducia nei partiti (e la percentuale sale all’81% tra gli operai e all’89% tra i disoccupati). Inoltre, il 58% degli operai e il 55% dei disoccupati sono scontenti di come funziona la democrazia in Italia. Per il Censis questi sono segnali evidenti dello “smottamento” del consenso, che coinvolge soprattutto chi sta sui gradini più bassi della scala sociale.
Questo smarrimento generale è il frutto di un percorso iniziato come reazione all’incertezza data da un sistema di welfare pubblico in crisi di sostenibilità finanziaria: a dominare ora è l’ansia di dover fare da soli rispetto a bisogni non più coperti come in passato. A questo, poi, la si è aggiunta la necessità di fare i conti con la rottura dell’ascensore sociale (che porta altra ansia per il rischio di un possibile declassamento). E così, il 69% degli italiani è convinto che la mobilità sociale sia bloccata. E se il 63% degli operai crede che in futuro resterà fermo nella condizione socio-economica attuale, il 64% degli imprenditori e dei liberi professionisti teme invece la scivolata in basso.