«Abuso di potere» e «ostruzione alle indagini del Congresso» sono due i capi di “accusa” che saranno messi al voto per l’impeachment di Donald Trump nella vicenda dell’Ucrainagate. Secondo la ricostruzione della commissione Giustizia della Camera, controllata dai Democratici, il presidente americano avrebbe messo a rischio le elezioni e la sicurezza nazionale, quando ha chiesto all’Ucraina di indagare sui suoi rivali, in particolare su Joe Biden.
Nei prossimi giorni la Commissione Affari giudiziari voterà la richiesta di rinvio a giudizio. Poi, entro Natale, toccherà all’Aula pronunciarsi, con i democratici in maggioranza. Questo significa che, con ogni probabilità, Trump sarà il terzo presidente della storia americana che verrà sottoposto al giudizio del Senato, cui spetta il potere di rimuovere il presidente. Ma i repubblicani controllano la Camera Alta e il verdetto di colpevolezza deve essere appoggiato da almeno due terzi dei senatori, quindi con ogni probabilità Trump non verrà condannato.
WITCH HUNT!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 10, 2019
L’impeachment è, dunque, essenzialmente un processo politico. Più esattamente bisognerebbe valutare quale sarà l’impatto dell’intera vicenda sull’opinione pubblica americana visto che il processo vero e proprio dovrebbe tenersi nei primi mesi dell’anno prossimo, peraltro in concomitanza con le primarie Democratiche per scegliere l’avversario di Trump alle elezioni del 2020. «Non c’è alcuna prova di illeciti da parte del presidente», ha ribadito la Casa Bianca in una nota in cui, punto per punto, replica alle accuse dei democratici. «L’Ucraina ha affermato che non c’è stata alcuna pressione e gli aiuti militari all’Ucraina non ci sarebbero senza il presidente Trump», continua la nota sostenendo come l’amministrazione Obama «si sia rifiutata per anni di farlo». Il presidente, subito sopo la lettura dell’annuncio, è partito all’attacco su Twitter parlando di «Caccia alle streghe».