Seicento sindaci e loro rappresentanti, tutti con la fascia tricolore ma senza simboli di partito, e tanta gente comune a formare quella “scorta civile” per la senatrice a vita Liliana Segre e per dire che «l’odio non ha futuro». A Milano la marcia, organizzata dal sindaco Beppe Sala,assieme all’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), Autonomie Locali Italiane (ALI) e Unione Province Italiane (UPI), per testimoniare la vicinanza alla senatrice sopravvissuta al campo di sterminio nazista di Auschwitz e sotto scorta a causa di ripetute minacce antisemite.
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«Siamo qui per parlare di amore e lasciamo l’odio agli anonimi della tastiera e invece guardiamoci da amici anche se ci incontriamo anche per un attimo. Stasera non c’è indifferenza, ma c’è un’atmosfera di festa, cancelliamo tutti le parole odio e indifferenza e abbracciamoci in un catena umana che trovi empatia e amore nel profondo del nostro essere».Liliana Segre parla dal palco di piazza della Scala tra gli applausi, poi tutta la piazza si ferma per un minuto di silenzio, prima che il presidente di Anci consegni alla senatrice a vita una fascia tricolore.
Partecipano circa 600 amministratori locali, tra cui la sindaca di Torino, Chiara Appendino, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e quello di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro. E ancora da Napoli presente Luigi De Magistris, da Bergamo Giorgio Gori, da Firenze Dario Nardella, da Bologna Virginio Merola e da Ancona Valeria Mancinelli. «Pericolo antisemitismo? Sì, siamo qui per questo. Io voglio continuare a credere nella bontà degli italiani. Non è un momento facile lo sappiamo tutti però io prendo il positivo ossia che 600 sindaci hanno deciso di essere qui ed è anche un messaggio per dire che non ci tiriamo indietro».