Con la firma da parte ministro della Salute Roberto Speranza del decreto sulla Banca dati nazionale per le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), il testamento biologico o biotestamento arriva all’ultimo capitolo del suo travagliato iter. La legge sul biotestamento era stata approvata due anni fa, il 22 dicembre 2017, ed è in vigore dal 31 gennaio 2018, ma fino ad oggi mancavano alcuni passaggi. Come il registro dove vanno custodite le dichiarazioni presentate dai cittadini che possono essere depositate all’anagrafe dei comuni, alle Asl o negli studi notarili. Lo scopo della Banca dati, che aveva ricevuto anche il via libera dal Garante per la privacy, è quello di creare un polo unico nazionale delle DAT, su base volontaria, costantemente aggiornato, e di consentire un accesso tempestivo alle stesse da parte del personale medico in caso di necessità.
«Ho appena firmato il decreto sulla banca dati nazionale per le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat). Con questo atto la legge approvata dal Parlamento è pienamente operativa e ciascuno di noi ha una libertà di scelta in più», ha annunciato su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza. Un anno fa, a dicembre 2018, l’Associazione Luca Coscioni si è rivolta al ministro della salute Giulia Grillo per sollecitare l’approvazione dei decreti attuativi. «Sono stati stanziati 2 milioni di euro con la finanziaria 2017 (anche se la cifra si è poi ridotta) – ricorda Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni – e altri 400mila euro all’anno con la finanziaria 2018 per la creazione della banca dati che avrebbe dovuto essere operativa entro il 30 giugno 2018».
E oggi finalmente è arrivata la firma di Speranza. «Un risultato arrivato – sottolinea Gallo – dopo 17 mesi di violazione della legge da parte del Ministero della Salute e che dà il via libera alla nascita di uno strumento utile per rendere pienamente applicativi i testamenti biologici su tutto il territorio nazionale». Per questo decreto l’Associazione Luca Coscioni aveva prima diffidato il ministero della Salute, poi aveva fatto ricorso al Tar Lazio. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere il 16 dicembre 2019. Erano ormai 10mila le persone firmatarie dell’appello per l’istituzione della Banca dati indirizzato prima alla ministra Giulia Grillo, successivamente al ministro Roberto Speranza. «Le DAT depositate presso i Comuni o i notai – continua Gallo – saranno finalmente immediatamente consultabili dai medici in caso di bisogno, in qualsiasi struttura sanitaria del territorio nazionale. Per completare l’applicazione della legge 219/2017, ora il ministero della Salute, le Regioni e le aziende sanitarie rispettino l’articolo 4 comma 8 della legge 219, laddove indica che questi devono provvedere a informare della possibilità di redigere le Dat».
In pratica nella banca dati, istituita presso il ministero della Salute, saranno raccolte, con il consenso della persona che vuole ricorrere al testamento biologico, le copie delle dichiarazioni, i successivi aggiornamenti, nonché la nomina e la revoca dell’eventuale fiduciario, anche di coloro che non sono iscritti al servizio sanitario nazionale. Ai dati, che saranno conservati per 10 anni dal decesso dell’interessato, potranno accedere il medico, che ha in cura il paziente incapace di esprimere la propria volontà, e il fiduciario, se nominato.