Per la prima volta una donna arriva al vertice della Corte costituzionale. I giudici della Consulta hanno eletto come presidente la giurista cattolica Marta Cartabia. Ma il suo mandato sarà breve, 9 mesi appena. Scadrà il 13 settembre del 2020, visto che è stata nominata alla Consulta il 13 settembre del 2011 da Giorgio Napolitano e l’ufficio di giudice costituzionale non può durare più di nove anni.
Il presidente della Corte Costituzionale è eletto tra i giudici della Corte stessa, che votano a scrutinio segreto e a maggioranza. La durata della carica è di tre anni e i presidenti uscenti sono rieleggibili, ma i giudici della Corte Costituzionale restano in carica solo nove anni non rinnovabili (quindi spesso i presidenti non riescono a restare in carica tre anni, come sarà nel caso di Cartabia). Il nome designato dai 14 giudici (lei ha lasciato la scheda bianca), dopo essere circolato con tanta insistenza, è stato quello di Marta Cartabia, attuale vicepresidente, 56 anni, da otto alla Consulta. Sarà la prima donna a sedere sullo scranno più alto della Corte, quarta carica dello Stato, un segnale storico. Giorgio Lattanzi, ormai ex presidente, ha lasciato il palazzo lunedì dopo nove anni di permanenza (e oltre due di presidenza). Le alternative erano gli altri due vicepresidenti: Aldo Carosi e Mario Morelli.
Marta Cartabia è nata a San Giorgio su Legnano nel 1963: ha 56 anni ed è tra i presidenti più giovani che la Consulta abbia mai avuto. Sposata e con tre figli, è professore di Diritto costituzionale all’Università Bicocca di Milano. Ha insegnato e fatto ricerca in molte università italiane e straniere, tra cui in Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti, e ha pubblicato su riviste internazionali. Nel settembre del 2011 venne nominata giudice della Corte costituzionale, di cui è vicepresidente dal novembre 2014. A volerla, a soli 48 anni, è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ne apprezza l’attività di autrice e studiosa particolarmente impegnata sulla tematica dell’integrazione dei sistemi costituzionali europei e nazionali, così come nella materia dei diritti fondamentali nella loro universalità. Di lei ha grande stima anche l’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella: i due condividono l’esperienza di giudici costituzionali per alcuni anni, in cui sono anche vicini di casa, nella foresteria della Consulta. Anni fatti anche di qualche cena insieme in un ristorante romano, «un po’ come studenti fuorisede», come racconterà poi lei stessa in un’intervista. La scorsa estate, prima della nascita del Conte bis, Cartabia aveva sfiorato un altro primato. Il suo nome era circolato come possibile premier di un governo di transizione e se la cosa fosse andata in porto sarebbe stata la prima donna nella storia italiana a ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio.