«Il potere della gioventù». È questo il sottotitolo scelto dal Time per il ritratto della persona dell’anno per il 2019. È Greta Thunberg, la giovane attivista svedese già candidata al Nobel per la pace, secondo il settimanale la persona più influente del 2019: negli ultimi 12 mesi ha risvegliato le cosciente sui problemi ambientali riuscendo a portare in piazza milioni di persone in tutto il mondo in nome della salvaguardia del pianeta. Greta ha battuto il presidente Donald Trump (d’altronde il presidente quell’onore lo aveva già avuto nel 2016, anno della sua elezione) e pure alla speaker della Camera Nancy Pelosi, la leader dem “madrina” dell’impeachment. Ed è la più giovane personalità scelta dal magazine per la copertina di dicembre dal 1927.
.@GretaThunberg is TIME's 2019 Person of the Year #TIMEPOY https://t.co/YZ7U6Up76v pic.twitter.com/SWALBfeGl6
— TIME (@TIME) December 11, 2019
«Ha dato voce a un problema globale. Ed è il simbolo di un passaggio generazionale in ambito politico e culturale», ha spiegato il caporedattore della rivista Edward Felsenthal. Era appena l’agosto dell’anno scorso quando questa ragazza con le trecce ha iniziato a piazzarsi ogni venerdì davanti al Parlamento svedese con il suo cartello “Skolstrejk for Klimatet” (sciopero della scuola per il clima) chiedendo al governo di occuparsi più seriamente del cambiamento climatico, adottando politiche più incisive per ridurre le emissioni di anidride carbonica, tra i principali gas serra.
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La storia della giovane attivista svedese è stata ripresa da alcuni media locali e gradualmente ha superato i confini della Svezia, finendo su giornali e televisioni di mezzo mondo. A gennaio ha partecipato al Forum economico mondiale di Davos, scandendo le parole: «Io non voglio la vostra speranza, voglio che sentiate il panico. Voglio che proviate la paure che io provo tutti i giorni. E voglio che agiate». Parole che sono state fonte d’ispirazione per altri studenti, che in diversi paesi hanno iniziato a organizzare marce e manifestazioni sul clima, sempre di venerdì.
E venerdì dopo venerdì, è arrivata anche l’attenzione di una parte del mondo politico. Angela Merkel, per esempio, ha fatto sapere di “sostenere” il movimento degli studenti per il clima. Anche in Italia la classe politica ha mostrato il proprio sostegno ai giovani scesi in piazza in occasione dei Fridays For Future, gli scioperi globali per il clima. Poi è toccato agli scienziati: circa 20 mila esperti in Germania, Austria e Svizzera hanno firmato una dichiarazione pubblica a favore dei “Fridays4Future”. Ma non sono mancate le critiche, l’ultima è stata quella del presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che l’ha definita «una mocciosa che riceve troppa attenzione mediatica».