«È l’inizio di una partita che va giocata e vinta», twitta Sara Gama, capitana della Nazionale italiana di calcio, commentando la notizia dell’approvazione in Commissione Bilancio del Senato di un emendamento alla manovra, presentato dal senatore del Partito Democratico Tommaso Nannicini, che prevede l’estensione alle atlete donna «delle tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo». Non finisce qui. Come spiega infatti la capogruppo in commissione bilancio in Senato Donatella Conzatti (Iv), per favorire il professionismo «da gennaio 2020 e fino al 2022 le società sportive che stipulano contratti di lavoro con le atlete avranno la possibilità di un esonero totale dal pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali fino al limite massimo di 8 mila euro l’anno».
Un ottimo inizio per il percorso in #CoppaItalia, con una prestazione pulita che ci permette di raggiungere i quarti di finale di questa importante competizione👍
E ugualmente oggi è un ottimo principio per temi ancora più rilevanti. pic.twitter.com/ruEMf6C8ii— Sara Gama (@SaraGama_ITA) December 11, 2019
Nello specifico il calcio femminile può davvero gioire per una svolta che arriva nel momento di massimo splendore di questo sport che ha vissuto l’affiliazione delle squadre femminili all’interno delle società maschili (oggi sono 8 su 12 in Serie A), che ha stabilito il record di pubblico con i 40 mila spettatori dell’Allianz lo scorso 24 marzo per Juventus-Fiorentina femminile, ma soprattutto che ha visto le azzurre ai Mondiali in Francia uscire soltanto ai quarti di finale contro l’Olanda. Oggi può festeggiare finalmente un nuovo traguardo. Ora spetterà alle singole federazioni sportive valutare se sarà possibile introdurre il professionismo.