Prima la ristrutturazione, poi la partnership commerciale. Solo alla fine del percorso, se Alitalia sarà profittevole, ci potrà essere l’acquisto della compagnia. È il piano che Lufthansa ha preparato per attirare Alitalia nella sua orbita. «Perché Alitalia abbia un futuro di lungo termine – spiega l’ad tedesco, Carsten Spohr – è importante che abbia il partner giusto e la giusta ristrutturazione». Secondo le ultime indiscrezioni, una proposta della principale compagnia aerea tedesca per Alitalia arriverebbe non prima di giugno 2020, ma solo se nel mentre si attuerà una ristrutturazione profonda e ci sarà ulteriore liquidità per far fronte alle spese extra indifferibili.
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Ai tedeschi, inoltre, interessa solamente la parte “aviation” di Alitalia, cioè il trasporto passeggeri e il cargo, e non i servizi di terra (circa 3.400 dipendenti) e la manutenzione (1.300 persone) che si troverebbero quindi scoperti. Richiesta che di fatto costringerebbe il commissario unico Giuseppe Leogrande a lavorare separare i i blocchi e a mettere in conto che se non si trovano altri acquirenti almeno 4.700 persone si ritroverebbero senza lavoro. Nei piani di Lufthansa poi la flotta dovrebbe essere ridotta a circa 90 aerei (ora sono 113). E con questo taglio verrebbero ridiscusse anche le rotte, eliminando quelle meno profittevoli. I tedeschi, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, non avrebbero fornito un’indicazione degli esuberi e quindi toccherà al commissario unico e ai sindacati decidere quanto dovrà essere grande Alitalia.
La ricetta per salvare Alitalia è quindi composta da tre ingredienti fondamentali: ristrutturazione, liquidità adeguata e alleanze. I tedeschi non avrebbero fornito un’indicazione degli esuberi, ma spiegato che più si abbattono i costi, più le rotte diventano profittevoli, meno persone bisogna lasciare a casa. Insomma: toccherà al commissario unico e ai sindacati decidere quanto deve essere grande Alitalia e quanti sacrifici sono disposti a sopportare. E del resto, ricordano i tedeschi, ogni compagnia entrata nel gruppo Lufthansa — come Swiss e Austrian Airlines — prima si è rimpicciolita, poi è cresciuta.
L’interesse di Lufthansa per Alitalia lo spiegano i numeri. Il 10% dei tutti i passeggeri del gruppo tedesco parte dall’Italia o arriva nel nostro Paese. Si tratta di circa 40 mila persone al giorno, in grado di riempire una sessantina di Airbus A380, il velivolo a due piani più grande del mondo. Ma mentre l’ex vettore di bandiera è troppo piccolo per il mercato che serve, Lufthansa è invece troppo grande per la Germania. I tedeschi sono quindi convinti che le sinergie tra le due aziende potrebbero portare benefici per entrambe. Ma le cose si fanno meno nette quando si tratta di capire se Lufthansa voglia investire o cerchi soltanto una collaborazione commerciale con Alitalia. . La parola d’ordine per Lufthansa è profitto. E bisogna ancora vedere se potrà ottenerlo dalla nuova Alitalia.