Treni e metropolitane a singhiozzo e ingorghi nelle aree metropolitane. Si apre il tredicesimo giorno di mobilitazione contro la riforma delle pensioni in Francia con una manifestazione nazionale a Parigi. sono 300 i chilometri di code nell’area intorno a Parigi,Come riporta l’emittente Bfm tv, e l’accesso alla capitale è particolarmente complicato rallentamenti sulla tangenziale e anche verso gli aeroporti. I trasporti sono a rischio anche durante le vacanze natalizie e il Governo ha convocato i rappresentanti dei sindacati per un nuovo incontro.
LEGGI ANCHE: Come funzionano le pensioni in Francia
Non bastava la protesta contro la riforma delle pensioni che sta mettendo in ginocchio la Francia, il presidente Emmanuel Macron deve ora fare fronte ad una nuova grana che si è abbattuta sull’esecutivo del Paese: le dimissioni del ministro Jean-Paul Delevoye travolto dallo scandalo di conflitti di interessi e incarichi non dichiarati. Delevoye, 72 anni, era fino a ieri «Monsieur Retraites », signor Pensioni. Già senatore e deputato della destra, per quasi due anni ha trattato per conto del governo con le parti sociali sulla riforma delle pensioni. Ma a provocarne l’uscita di scena non sono le trattative sulla riforma ma una serie di rivelazioni su svariati incarichi non dichiarati, in odore di conflitto d’interessi. Delevoye ha sempre sostenuto che la mancata dichiarazione era una “svista” e che la maggior parte degli incarichi non erano remunerati. Ma le “sviste” nella dichiarazione di trasparenza, obbligatorietà per chiunque sieda al governo, erano sono state ben tredici. Troppe per qualcuno che dovrebbe avere una funzione da garante in una fase sempre più delicata per la Francia.
Delevoye, da sempre poco gradito ai sindacati, è finito nel loro mirino dopo aver ammesso di non aver menzionato 13 suoi incarichi nel settore privato, sia pagati che non pagati, in una recente dichiarazione patrimoniale. In uno di questi, come presidente del think-tank sull’istruzione di Parallaxe, è stato pagato quasi 5.400 euro al mese in aggiunta al suo stipendio ministeriale, denaro che non gli spetterebbe in base a una legge sulla trasparenza politica del 2013. Delevoye ha dichiarato che rimborserà i soldi, per un totale di oltre 120 mila euro da settembre 2017.