Lo stralcio della norma che apriva alla commercializzazione della cannabis light dal ddl Bilancio «crea un problema molto serio e il paradosso è che gli agricoltori possono coltivare canapa legale con un limite di Thc dallo 0,2% allo 0,6% ma non possono commercializzare il fiore per l’assenza di una norma legislativa». Ad affermarlo all’Adnkronos è il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino. La cannabis light è commercializzabile in Italia, ma allo stato ci sono diverse limitazioni, intervenute con la sentenza della Corte di Cassazione che a maggio scorso ha vietato la vendita di olio, resina e inflorescenze derivanti dalla canapa. Ciò che resta regolare sono gli «alimenti e cosmetici, semilavorati quali fibra», ma anche «carburanti per uso industriale».
La sentenza però non ha sancito la definitiva chiusura dei negozi di cannabis light. Tuttavia l’emendamento Cinquestelle stoppato al Senato mette a rischio questo business. Nel testo bloccato dal presidente del Senato Elisabetta Casellati era prevista la regolamentazione della cannabis in forma «essiccata, fresca, trinciata o pellettizzata ai fini industriali, commerciali ed energetici». Si sanciva anche una tassazione di 0,5 euro per grammo sul prodotto finito. Secondo le stime della Coldiretti per la coltivazione e la vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di Thc si stima un giro d’affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro con un rilevante impatto occupazionale per effetto del coinvolgimento di centinaia di aziende agricole.
Risultano centinaia di aziende agricole che hanno investito nella cannabis. Inoltre risulta che i terreni coltivati a canapa in Italia nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018, nelle campagne dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. La coltivazione della cannabis in Italia riguarda soprattutto esperienze innovative, con produzioni che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, dai cosmetici all’alimentare.