Per la prima volta dopo 43 anni, a Cuba è stato nominato un primo ministro. E non è Fidel Castro. Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha affidato l’incarico a Manuel Marrero Cruz, titolare del dicastero del Turismo. La nomina è stata votata all’unanimità dal Parlamento cubano e fa parte delle norme introdotte dalla nuova Costituzione,entrata in vigore la scorsa primavera. Ma più che una innovativa divisione di poteri fa parte di un processo di decentralizzazione e cambiamento generazionale volto a proteggere e rafforzare la leadership del partito comunista.
L’ultimo premier cubano era stato Fidel Castro che ricoprì la carica dal 1959, l’anno della rivoluzione cubana, al 1976 quando diventò capo del partito comunista, presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri. In quell’occasione il Líder Máximo decise di abolire la posizione perché superflua. Castro morì nel 2016, dopo avere lasciato buona parte dei propri incarichi al fratello Raul. Dallo scorso anno, Raul Castro si è dimesso dalla presidenza, mantenendo comunque il titolo di capo del Partito Comunista cubano e un ruolo importante nella gestione dello stato.
Marrero, architetto, 56 anni, viene descritto da Granma, il giornale ufficiale del partito comunista cubano, come un uomo che, partendo «dalla base», ha scalato i vertici dell’industria del turismo, una delle maggiori fonti di reddito per l’isola caraibica, fino ad arrivare a ricoprire la carica di ministro nel 2004, ruolo che ha esercitato per quasi 17 anni. Adesso affiancherà il presidente Miguel Díaz-Canel nelle attività amministrative. Numerosi osservatori internazionali ed esperti di politica cubana sono però scettici: ritengono che le cose non cambieranno molto e che saranno il Partito Comunista cubano e l’esercito a continuare ad assumere le decisioni più importanti, come avviene ormai da decenni.