La manovra da 32 miliardi è arrivata faticosamente al traguardo: la Camera ha approvato il testo con 312 voti a favore e 153 contrari. Dopo l’esame di oltre 400 ordini del giorno presentati dalle opposizioni, che contestano all’esecutivo di avere compresso i tempi di approvazione, al punto da minacciare un ricorso alla Consulta, arriva il via libera definitivo alla legge di Bilancio 2020. Soddisfatto il premier Giuseppe Conte, uno degli ultimi a lasciare l’Aula. «Abbiamo approvato – dice – il provvedimento più importante per la politica economica e sociale dell’Italia. Lavoreremo da gennaio per dare al Paese le riforme, all’esito del confronto con tutte le forze politiche».
«I voti dimostrano che la maggioranza è solida, ora le riforme», ha commentato al Tg5 il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. «Abbiamo scampato l’aumento dell’Iva per l’anno prosismo, non era scontato. La prossima manovra eliminerà completamente le clausole di salvaguardia dell’Iva», ha aggiunto. «Abbiamo stanziato 3 miliardi per ridurre le tasse sul lavoro. Da gennaio ci vedremo con le parti sociali per reperire le risorse per rivedere il sistema fiscale e ridurre la pressione fiscale su lavoro e impresa dal 2021».
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Il blocco dell’aumento dell’Iva è costato 23 miliardi di euro. Per il cuneo fiscale sono stati stanziati 3 miliardi per il 2020 e 5 per il 2021: entra in vigore a luglio 2020 e si tradurrà in circa 50 euro in più nelle buste paga dei lavoratori al di sotto di una certa soglia di reddito. Seicento milioni in più per la famiglia per sostenere le spese degli asili nido ma soprattutto per gettare le basi del futuro assegno unico, e ancora il Green New Deal e i bonus per l’Industria 4.0 per incentivare lo sviluppo sostenibile. All’insegna dell’equità l’abolizione del superticket sanitario, ma anche la lotta all’evasione, strettamente collegata alle norme del decreto fiscale che prevedono invece una serie di misure di incentivo all’uso dei pagamenti elettronici. Dal lato della spesa, alleggerite la sugar tax e la plastic tax, al governo non è rimasta che la stretta sui giochi per trovare la quadra delle coperture: nei prossimi mesi salirà al 20% il prelievo sulle vincite superiori ai 500 euro.
La legge di Bilancio viene approvata alla Camera con un contestato (ma ormai consueto) voto di fiducia, con 334 sì e 232 no (4 gli astenuti), nel testo identico a quello licenziato dal Senato. Nel finale della maratona notturna, c’è spazio anche per un’ultima protesta dai banchi dell’opposizione. Mentre sta intervenendo il grillino Leonardo Donno, alcuni deputati di Fratelli d’Italia hanno esposto uno striscione che recita: «M5s parlava di rivoluzione, ora pensa solo a mangiare il panettone».
A rallentare i lavori è anche il duro scontro tra M5S e Italia Viva, con l’attacco alla ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. Al centro della polemica, i fondi destinati ai territori colpiti dalla xylella previsti dal piano di rigenerazione. Risorse che, sottolinea su Facebook la senatrice 5 Stelle Barbara Lezzi, ex ministro per il Sud, «devono essere destinate alle sole aree infette. Peraltro — attacca — se è vero che l’attuale ministro abbia intenzione di “distrarre” dagli agricoltori 40 milioni di euro a favore di Gal e Dajs (“Gruppo d’azione locale” e “Distretto agroalimentare di qualità Jonico Salentino”) è bene precisare che il suo segretario particolare ne è amministratore. Non va affatto bene. Per niente bene». Le opposizioni attaccano con il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari: «Vorremmo che il ministro Bellanova venisse in Aula a spiegarci, perché il fatto attiene alla Legge di bilancio ed è di una gravità enorme».
Accuse senza fondamento, replica il ministero delle Politiche agricole. «Chi stasera dal Movimento 5Stelle o dalla Lega nell’Aula della Camera o attraverso dichiarazioni stampa ha fatto insinuazioni sui fondi per le attività sviluppate nel Piano per la rigenerazione olivicola della Puglia attraverso i Gal o con i contratti di distretto dovrebbe sapere, per averlo condiviso in prima persona, che il piano approvato nel febbraio 2019 firmato dal Ministro Centinaio e frutto di concertazione già prevedeva interventi attuati attraverso i Gal e fondi nazionali per il contratto di distretto Xylella, rivenienti peraltro in parte dall’ultima legge di bilancio del Governo Gentiloni. Misure rimaste nel nuovo Piano per continuità amministrativa e con le stesse identiche finalità». Ma la nota non si ferma, e accusa direttamente Lezzi: «Si comprende la sua attitudine, dalla siderurgia alla Tap, di buttarla in caciara, provocando danni serissimi al territorio e nella percezione della realtà nell’opinione pubblica. Ma c’è un limite a tutto».