Conte ha intenzione di chiudere al più presto la partita al Miur: non ha alcuna intenzione di prendere l’interim del dicastero di viale Trastevere ma vuole trovare il ministro che prenderà il posto di Fioramonti già prima della ripresa dei lavori del Parlamento. Così, nelle prossime ore, scrive l’Ansa, il premier potrebbe sentire i capi delegazione dei partiti per sottoporre loro la rosa di successori che ha in mente. Non sarà facile metterli d’accordo. Al momento non è in discussione che la casella del ministero dell’Istruzione vada al M5s.
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Sui nomi della sua rosa, chiaramente, c’è il massimo riserbo. Tra i possibili successori di Fioramonti al Miur, in pole position rimane il presidente dell’Antimafia Nicola Morra, ma non è una novità. Mentre salgono le quotazioni per l’attuale sottosegretaria all’Istruzione Lucia Azzolina: 37 anni, originaria di Florinda (Siracusa) trapiantata in Piemonte. Due lauree in filosofia e diritto, Azzolina è diventata dirigente scolastico lo scorso agosto quando era ancora responsabile scuola del movimento. Il 16 settembre scorso è stata nominata sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo Conte bis. Si è occupata dell’unico provvedimento che è andato in porto in questi quattro mesi: l’approvazione del decreto salva-precari con il quale si pongono le basi per una mega sanatoria di precari (24 mila posti) e per un concorso ordinario (altri 24 mila). La scrittura del testo è stata complessa e Azzolina ha addirittura denunciato di aver ricevuto messaggi di morte da alcuni gruppetti di precari che sono rimasti esclusi dalla sanatoria.
Azzolina è stata insegnante di sostegno e sindacalista. Tra le sue battaglie anche quella contro le classi pollaio. Ha presentato un disegno di legge appena eletta per ridurre il numero massimo degli studenti per classe: proposta popolare ma non centrale visto che le classi pollaio riguardano il 5% della popolazione scolastica, che tra l’altro sta diminuendo. La sottosegretaria Lucia Azzolina avrebbe dalla sua, dunque, la conoscenza dei dossier aperti al ministero. Contro la sua candidatura a capo del Miur, giocherebbe invece la poca dimestichezza che probabilmente avrebbe nel gestire un ruolo così importante.