Contro la prescrizione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado di giudizio, il Pd risponde riproponendo con la riforma del 2015 dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando: una sospensione dei tempi della prescrizione di due anni per l’appello e di un anno dopo la Cassazione, ai quali si possono aggiungere altri sei mesi se c’è il rinnovo dell’istruzione dibattimentale, per un totale di 3 anni e sei mesi. A quattro giorni dall’entrata in vigore della normativa prevista dalla Spazzacorrotti, il Pd presenta al Nazareno la sua proposta di legge sulla prescrizione.
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Il testo della proposta di legge, di un solo articolo, presentata sia alla Camera che al Senato, prevede che «il corso della prescrizione rimane sospeso dalla pronuncia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna per un periodo di due anni quando è proposto appello o è presentata opposizione, aumentando di ulteriori sei mesi se nel giudizio di appello è disposta la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale. Esso è altresì sospeso per un periodo di un anno dalla pronuncia della sentenza nei cui confronti è proposto ricorso per Cassazione. Decorsi i periodi di sospensione la prescrizione riprende il suo corso se non è stata pronunciata la sentenza conclusiva del grado».
Siamo dunque di nuovo al 2015 quando Orlando inserì nella riforma del processo penale la modifica della prescrizione, bloccata in tutto per 36 mesi, 18 durante l’appello e altri 18 in Cassazione. Con l’articolo unico presentato adesso quei termini si allungano di altri sei mesi. E ovviamente verrebbe cancellata la legge di Bonafede che cancella di netto la prescrizione dopo il primo grado. «Ci aspettiamo che il presidente Conte ed il ministro Bonafede raggiungano la sintesi che non si è raggiunta finora. Questa proposta di legge non vorremmo utilizzarla; auspichiamo che il governo tenga conto delle esigente manifestate da tre quarti della maggioranza, dall’avvocatura e dalla magistratura, evitando che la Giustizia rimanga un terreno di scontro politico», sostiene Walter Verini responsabile giustizia del Pd.
«Il Partito Democratico è per una giustizia al servizio dei cittadini – scrive in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti – per tempi certi nei processi nei quali i colpevoli vengano condannati, agli innocenti venga riconosciuta l’innocenza e nei quali le imprese, che hanno contenziosi, possano contare su esiti rapidi. E’ questo il senso della nostra iniziativa che guarda agli interessi del Paese, al rispetto della certezza del diritto e della legalità».
«Quelli del Pd hanno davvero una gran bella faccia tosta. Prima respingono più volte la nostra proposta provocando l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione targato Bonafede, poi presentano un testo con gli stessi contenuti della proposta appena bocciata». Lo afferma Enrico Costa, responsabile giustizia di Forza Italia. «L’unica differenza sta in sei mesi di sospensione in più dopo il primo grado e sei mesi in meno dopo l’appello. Noi comunque andiamo avanti in modo lineare. Se l’8 gennaio venisse presentato un emendamento alla proposta di Forza Italia, contenente questo testo del Pd, lo voteremmo in un minuto. Noi infatti siamo aperti a qualunque idea – da chiunque provenga – finalizzata a reintrodurre l’istituto della prescrizione dopo il primo grado, scongiurando un “processo infinito”. Siamo tuttavia convinti che il Partito Democratico, come sempre, predichi bene, ma razzoli male. Pur di salvare il governo, sarebbero capaci di votare contro la loro stessa proposta 10 giorni dopo averla presentata. Li sfidiamo a smentirci».