L’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha lasciato il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle e si è iscritto, «a titolo puramente individuale» al gruppo Misto. L’annuncio, a pochi giorni dalle dimissioni dalla guida del dicastero dell’Istruzione per non aver ottenuto i 3 miliardi di investimenti richiesti su scuola e università, è stato pubblicato su Facebook: «Il Movimento 5 Stelle mi ha deluso molto. So che esiste un senso di delusione profondo, più diffuso di quanto si voglia far credere. È come se quei valori di trasparenza, democrazia interna e vocazione ambientalista che ne hanno animato la nascita si fossero persi nella pura amministrazione, sempre più verticistica, dello status quo».
«Questi giorni sono stati difficili. Il mio nome sballottolato sui giornali per ogni sorta di retroscena, speculazione e cospirazione. E perché tutto questo? Perché ho mantenuto la parola. Avevo accettato l’incarico di Ministro per dare una discontinuità totale alle politiche passate, e mettere la scuola, l’università e la ricerca al centro della programmazione politica. L’avevo promesso da Viceministro e l’ho confermato da Ministro: o si torna ad investire con coraggio sul futuro delle giovani generazioni o non resto a scaldare la poltrona. Siamo l’ultima nazione in Europa per investimenti in formazione e ricerca. Anche un paese in serie difficoltà economiche come la Grecia fa meglio di noi. Non c’è altro settore della società che meriti più attenzione».
Prima la richiesta di fondi da investire nella scuola e università, poi le dimissioni da ministro. E la reazione del M5s è stata una serie di accuse, a partire da quella di non aver restituito la parte dello stipendio come prevede il Movimento. «Per aver mantenuto la parola sono stato preso d’assalto da alcuni media, e va bene – scrive ancora Fioramonti – Ma gli attacchi più feroci sono arrivati dal Movimento 5 Stelle, non criticando la mia scelta, ma colpendo la mia persona. Anche se tutti, ma proprio tutti, sapevano da mesi come la pensavo.». Fioramonti spiega che l’addio al gruppo è legato anche a «tutti gli attacchi che ho ricevuto».
Ma difende il suo operato: «In questo percorso, ho incontrato tante persone che mi hanno sostenuto. Dentro e fuori dal Movimento – aggiunge – E non c’è niente di male se con alcune di queste persone si è cercato di collaborare per riportare in auge temi cruciali come l’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la formazione e la ricerca. Sono questi i veri temi del presente e del futuro. E invece tutti parlano di altro. Si è parlato di gruppi, correnti, partiti. Tutte parole al vento per riempire giornali e pagine web».