«Si avvia a conclusione un decennio impegnativo, contrassegnato da una lunga crisi economica e da mutamenti tanto veloci quanto impetuosi. In questo tempo sono cambiate molte cose attorno a noi, nella nostra vita e nella società. Pensiamo insieme al domani. Per ampliare l’orizzonte delle nostre riflessioni; senza, naturalmente, trascurare il presente e i suoi problemi, ma anche rendendosi conto che il futuro, in realtà, è già cominciato».Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che per il discorso di fine anno 2019 scelto una location diversa privilegiando un salone poco noto del Quirinale per rivolgersi ai cittadini nella maniera meno formale possibile.
Coesione nazionale e il valore dell’identità italiana tra i temi affrontati dal presidente della Repubblica. «Conosco le difficoltà e le ferite presenti nelle nostre comunità. Le attese di tanti italiani. Dobbiamo aver fiducia e impegnarci attivamente nel comune interesse. Disponiamo di grandi risorse. Di umanità, di ingegno, di capacità di impresa. Tutto questo produce esperienze importanti, buone pratiche di grande rilievo. Ne ho avuto conoscenza diretta visitando i nostri territori. Vi è un’Italia, spesso silenziosa, che non ha mai smesso di darsi da fare. Dobbiamo creare le condizioni che consentano a tutte le risorse di cui disponiamo di emergere e di esprimersi senza ostacoli e difficoltà. Con spirito e atteggiamento di reciproca solidarietà».
Sergio Mattarella al quinto messaggio di fine anno da Presidente della Repubblica, sedici minuti a schermi unificati, fa un discorso pieno di speranza. «La democrazia si rafforza se le istituzioni tengono viva una ragionevole speranza. È importante anche sviluppare, sempre di più, una cultura della responsabilità che riguarda tutti: dalle formazioni politiche, ai singoli cittadini, alle imprese, alle formazioni intermedie, alle associazioni raccolte intorno a interessi e a valori. La cultura della responsabilità costituisce il più forte presidio di libertà e di difesa dei principi, su cui si fonda la Repubblica. Questo comune sentire della società – si riflette sulle istituzioni per infondervi costantemente un autentico spirito repubblicano».
Certo, abbiamo «problemi da non sottovalutare». Il Presidente li elenca: «Il lavoro che manca per tanti, anzitutto. Forti disuguaglianze. Alcune gravi crisi aziendali. L’esigenza di rilanciare il nostro sistema produttivo. In particolar modo è necessario ridurre il divario che sta ulteriormente crescendo tra Nord e Sud d’Italia. A subirne le conseguenze non sono soltanto le comunità meridionali ma l’intero Paese». Ecco l’appello pressante alla coesione nazionale, all’unità: «Abbiamo ampie possibilità per affrontare e risolvere questi problemi. L’Italia riscuote fiducia, questo deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dare corpo alla speranza di un futuro migliore Dobbiamo aver fiducia e impegnarci attivamente nel comune interesse». E qui Mattarella fa l’elogio «dell’Italia silenziosa». Un Paese operoso, positivo, «che non ha mai smesso di darsi da fare».
Mattarella riserva grande attenzione ai giovani, «ai quali dobbiamo affidare responsabilità. Le nuove generazioni avvertono meglio degli adulti che soltanto con una capacità di osservazione più ampia si possono comprendere e affrontare la dimensione globale e realtà di un mondo sempre più interdipendente». Parla ai ragazzi che hanno affollato le piazze dei Fridays for future. «Hanno chiara la percezione che i mutamenti climatici sono questione serissima che non tollera ulteriori rinvii nel farvi fronte. La Green economy è anche un’opportunità di sviluppo, di creazione di posti di lavoro, di connessione tra la ricerca scientifica e l’industria».
C’è poi un capitolo sui social: «Sono un’occasione per ampliare le conoscenze». Però riconosce che si trasforma talvolta «in uno strumento per denigrare, anche deformando i fatti«. Sui media, sul servizio pubblico dice: “Abbiamo bisogno di preparazione e di competenze. Ogni tanto si vede affiorare invece la tendenza a prendere posizione ancor prima di informarsi». C’è infine un elogio per la cultura, del mondo delle ricerca, è essenziale che la cultura sia disponibile per tuti, e non per pochi. « La cultura è un grande propulsore di qualità della vita e rende il tessuto sociale di un Paese più solido. Ringraziamo Matera che ha fatto onore all’Italia e al suo Mezzogiorno, in questo anno in cui è stata Capitale della cultura europea. Con questo spirito rivolgo gli auguri a Parma che, con il suo straordinario patrimonio umano e artistico, da domani sarà Capitale italiana della cultura per il 2020».