Gianluigi Paragone è solo l’ultimo a essere stato espulso dal M5s. Al senatore è stato contestato di aver votato contro la legge di Bilancio, ma prima di lui altri senatori e deputati sono stati espulsi. Altri ancora hanno lasciato i gruppi parlamentari dei Cinquestelle per passare con altri partiti. Come l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che alla fine del 2019 ha abbandonato il Movimento per passare al misto,ma prepara la formazione di un gruppo autonomo.
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Tra quelli che hanno lasciato il M5s ci sono i senatori Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi che solo poche settimane fa sono passati con la Lega di Matteo Salvini. Prima di loro la senatrice Elena Fattori è passata nel gruppo misto e la senatrice Gelsomina Vono a Italia viva di Matteo Renzi. Ma ci sono anche tanti casi di candidati nelle fila pentastellate che sono stati allontanati prima della data delle elezioni. Salvatore Caiata, ad esempio, cacciato per un’indagine a suo carico per riciclaggio, è stato comunque eletto e si è iscritto nel gruppo misto. Poi l’inchiesta è stata archiviata e ha aderito al gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Silvia Benedetti, anche lei espulsa prima delle votazioni, è stata comunque eletta ed è entrata nel Gruppo misto. Stessa sorte per Andrea Cecconi, Antonio Tasso, Catello Vitiello, Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, tutti in Parlamento, ma finiti in altri partiti.
Da quando il M5s è al governo sono molti i parlamentari a essere stati espulsi. Dalla senatrice Paola Nugnes, espulsa per aver votato 131 volte in contrasto con il gruppo e poi per il voto contrario alla fiducia del 27 giugno, alla deputata Sara Cunial espulsa per le sue posizioni no-vax. Le motivazioni dell’allontanamento vanno dal mancato rispetto del Codice etico ad alcune esternazioni talmente imbarazzanti da non poter essere tollerate da una forza di governo.Nel caso di Veronica Giannone e Gloria Vizzini l’espulsione «è stata presa a seguito delle segnalazioni delle ripetute violazioni dello Statuto e del Codice Etico del Movimento 5 Stelle e dello Statuto del Gruppo Parlamentare del Movimento alla Camera».La prima per aver preso parte a iniziative «gravemente lesive all’immagine del Movimento», la seconda per alcune dichiarazioni pubbliche, assenze durante alcune votazioni in Aula e «mancata restituzione forfettaria» dall’ottobre 2018 dei rimborsi dovuti.
Motivazioni simili hanno giustificato anche l’espulsione di Gregorio De Falco e Saverio De Bonis. De Falco è stato allontanato dai Cinquestelle per aver votato contro il decreto Sicurezza e per essersi astenuto al voto di fiducia sulla manovra economica. Saverio De Bonis, già in contrasto per le posizioni politiche su Xylella e Tap, è stato espulso per violazione dell’art. 11 dello Statuto del Movimento e dell’art. 6 del Codice etico, quello sui procedimenti penali.