Martedì 7 gennaio il Parlamento riapre i battenti dopo la pausa delle festività natalizie. In attesa della verifica di governo annunciata dal premier Giuseppe Conte per le prime settimane del nuovo anno appena iniziato, i temi di scontro tra le forze di maggioranza sono numerosi. Dal reddito di cittadinanza a quota 100, dalla giustizia ai diritti civili la linea degli alleati dell’esecutivo giallorosso non è univoca. Il tutto mentre il quadro internazionale, tra Libia e Medio Oriente, si infiamma e impegnerà l’esecutivo su decisioni strategiche che potrebbero richiedere un passaggio parlamentare.
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Già martedì 7 gennaio, nel pomeriggio, si terrà a Palazzo Chigi un vertice di maggioranza dedicato alla prescrizione. Il M5s difende la legge Bonafede, entrata in vigore l’1 gennaio, che abolisce la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, mentre gli altri partiti sono contrari e chiedono una mediazione al premier Conte. Il Pd ha presentato una proposta di legge alternativa che propone di sospenderla per tre anni e 6 mesi. Mentre Italia viva si dice pronta a votare il ddl di Forza Italia, a prima firma di Enrico Costa, che cancella la legge Bonafede.
Tra l’8 e il 9 la maggioranza depositerà alla Camera il testo della riforma elettorale. Dem e cinquestelle hanno trovato un’intesa sul proporzionale con sbarramento al 5%. La riforma potrebbe però essere messa in crisi il 15 gennaio, quando la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità del referendum elettorale della Lega, che l’attuale Rosatellum, in un maggioritario puro: se la Consulta desse il via libera al referendum, questo potrebbe essere evitato solo con una riforma che si muove nella stessa direzione, quindi in senso maggioritario e non proporzionale. Entro il 12, inoltre, verranno depositate in Cassazione le firme dei 64 senatori che hanno chiesto il referendum sul taglio dei parlamentari. In base ad alcuni cavilli giuridici si apre una finestra di alcuni mesi che consente di andare alle urne eleggendo un Parlamento con il vecchio formato.
Ma sono tanti i temi caldi che il governo dovrà affrontare nel 2020. A cominciare dalla revoca delle concessioni ad Autostrade. Italia Viva è pronta a dare battaglia: «ulla revoca della concessione ad Autostrade “abbiamo già votato contro in Cdm e voteremo contro anche in Parlamento – ha spiegato Renzi – Perché punire chi ha sbagliato sul Ponte Morandi o altrove è sacrosanto, ma fare invece leggi improvvisate che privano il Paese di credibilità internazionale e fanno fuggire gli investitori stranieri è invece un assurdo». L’ex premier auspica «che nel governo torni la lucidità per far scrivere la norme a chi conosce il diritto, non ad azzeccagarbugli di provincia».
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E resta aperto il dossier sull’ex Ilva. Dopo la seconda visita, il giorno della vigilia di Natale, allo stabilimento dell’Ex Ilva di Taranto, nella prima metà di gennaio Conte proverà a dare un’accelerazione varando contestualmente il decreto “Cantiere Taranto” che, nella strategia del governo, è parte della soluzione di rilancio dello stabilimento.
E poi c’è il tema della sicurezza. Conte non rinnega i decreti sicurezza del suo primo governo ma, allo stesso tempo, ha annunciato, che «vanno depurati da condizioni che io stesso ritengo inaccettabili». Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha confermato che «sui decreti sicurezza sicuramente c’è stato un intervento del capo dello Stato, quindi noi certamente in prima battuta faremo le modifiche per rendere conforme alle osservazioni che erano venute dal Quirinale». E uno schema di modifica è già stato messo a punto dal Viminale, che prevede, tra le altre cose, l’abolizione delle maxi multe alle navi umanitarie. E il duello con Salvini si riscalderà già in gennaio sul caso Gregoretti. Mercoledì 8 ci sarà la prima riunione della Giunta per le immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere verso Matteo Salvini per la vicenda della nave Gregoretti, su cui anche i renziani hanno annunciato il loro sì al processo al leader leghista: il voto è atteso il 20 gennaio e gli occhi sono puntati su M5s, che dovrà motivare il suo voto contro Salvini, che un anno fa fu salvato dai senatori pentastellati sulla vicenda della nave Diciotti.