Il Forum Economico Mondiale di Davos, che quest’anno ha voluto dedicare più spazio al tema della salvaguardia ambientale, è diventato terreno di scontro tra due visioni opposte in tema di cambiamenti climatici. Da una parte la giovane attivista svedese, Greta Thunberg, che ha dichiarato che «nessuno se lo sarebbe aspettato, c’è una maggiore consapevolezza e il cambiamento climatico è diventato un tema caldo. Ma da un altro punto di vista non è stato fatto nulla, le emissioni di Co2 non sono state ridotte ed è questo il nostro obiettivo. La nostra casa sta ancora bruciando e la vostra inazione sta alimentando le fiamme ora dopo ora». Dall’altra il presidente americano, Donald Trump che ha sottolineato che «questo non è il momento del pessimismo sul clima» definendo «profeti di sventura» coloro che mettono in guardia sul cambiamento climatico.
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Ma gli eventi imprevedibili legati ai cambiamenti climatici potrebbero essere molto più pericolosi di quelli tradizionali. L’allarme è lanciato dalla Banca dei regolamenti internazionali, l’istituzione regolatoria di supporto per le banche centrali mondiali e per il Financial Stability board, in un rapporto appena pubblicato dal titolo “Cigno verde. Cambiamenti climatici e stabilità del sistema finanziario: quale ruolo per banche centrali, regolatori e supervisori”, redatto dal vice dg Luiz Awazu Pereira de Silva assieme a Patrick Bolton, Morgan Després, Frédéric Samama e Romain Svartzman.
Il rapporto si rifà al bestseller di Taleb, Black Swan, il Cigno Nero, pubblicato nel 2007 in concomitanza con la grande crisi causata da mutui americani subprime. I cigni neri sono eventi inattesi e rari, comunque non prevedibili con i modelli di analisi tradizionali (basati sulle serie storiche); i loro impatti sono su larga scala o estremi, possono essere spiegati solo dopo che sono avvenuti. I cigni verdi – dice il rapporto – rispetto ai neri hanno la peculiarità di essere molto più pericolosi e amplificati da tre caratteristiche: la ragionevole certezza che alcune combinazioni di rischi naturali e connessi alla transizione energetica si materializzeranno e questo comporterà la necessità di un’azione per contrastarli nonostante l’incertezza su quando si verificheranno.
Nel rapporto sul fenomeno del “cigno verde”, dunque, l’istituzione con sede a Basilea avverte che i cambiamenti climatici potrebbero scatenare «eventi potenzialmente estremamente distruttivi dal punto di vista finanziario» capaci di innescare la prossima crisi finanziaria globale. Per contenere la ricaduta, la Banca dei regolamenti internazionali sta sollecitando il coordinamento globale tra banche centrali, autorità di regolamentazione e autorità di vigilanza, chiedendo una riflessione sui modelli di valutazione del rischio non aggiornati e che non sarebbero idonei a misurare le conseguenze di vasta portata dei cambiamenti climatici.
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Come spiega IlSole24Ore, in questa fase di grande incertezza, legata in sostanza alla grande imprevedibilità su come evolveranno i cambiamenti climatici, «le banche centrali possono essere trascinate inevitabilmente in acque inesplorate. Se restano ferme e aspettano che altre autorità governative si muovano, possono essere esposte al rischio di non essere più in grado di raggiungere l’obiettivo di assicurare la stabilità finanziaria e dei prezzi. E possono essere forzate a intervenire come salvatori di ultima istanza del clima ed essere costrette ad acquistare su grande scala asset svalutati (ancora incentrati sulle emissioni di carbonio, ndr) per salvare il sistema finanziario e anche oltre».
Secondo quanto indicato dal rapporto le banche centrali devono agire in modo più attivo, sollecitando cambiamenti di policy e promuovendo un maggiore coordinamento internazionale, ma non solo: promuovere un sistema di misure più ampio, che deve essere attivato e implementato da altri soggetti. Una buona norma sarebbe anche investire in strumenti finanziari green e implementare l’introduzione della sostenibilità tra gli obiettivi delle politiche monetarie. L’obiettivo finale dovrebbe essere una «riforma» del sistema monetario e finanziario che porti a una nuova visione della stabilità finanziaria, legata alla tutela del clima. Esso infatti deve essere concepito come un bene comunitario da difendere.