La giornata della memoria non basta più. Gli episodi antisemiti non sono solo una ferita del passato nazifascista, ma un’emergenza del presente. L’ultimo caso a Mondovì dove qualcuno ha disegnato una stella di David e scritto la frase «Juden Hier» (Qui c’è un ebreo), nella porta di casa di Lidia Beccaria Rolfi staffetta partigiana deportata nel campo di concentramento di Ravensbruck. E se gli insulti alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e ispiratrice della Commissione bicamerale sull’odio che si insedierà a febbraio presieduta da Milena Santerini, hanno avuto una risonanza così ampia da convincere il Viminale a metterla sotto scorta, ci sono decine di piccole manifestazioni quotidiane che rischiano di essere sottovalutate.
Secondo il Centro di documentazione ebraica Contemporanea solo nel 2019 sono stati registrati in Italia 251 episodi tra minacce, aggressioni e profanazioni di siti come i cimiteri e le pietre d’inciampo. L’aumento è evidente: nel 2017 erano stati 130, nel 2018 invece 181. Stiamo scendendo nell’abisso, senza sapere dove arriveremo. Dobbiamo cominciare a domandarci dove porta e quando si fermerà questa mutazione in corso del nostro Paese, che dopo aver travolto il linguaggio sta attaccando la civile convivenza. Chi ignorava gli allarmi di questi ultimi anni, i richiami striscianti al fascismo, la ferocia del linguaggio, la brutalità della politica, e banalizzava ogni regressione azzerandone il significato, oggi si trova davanti un’immagine iconica dell’oscurità in cui stiamo precipitando.
LEGGI ANCHE: L’antisemitismo è tornato
Ad amplificare oggi il fenomeno sono i social. Secondo una recente ricerca di Vox (Osservatorio Italiano sui Diritti), negli ultimi due mesi del 2019 sono aumentati i messaggi antisemiti rilevati sul social network Twitter. «L’ultima rilevazione della Mappa dell’Intolleranza datata novembre- dicembre 2019 riporta alcuni dati su cui riflettere – si legge in una nota – L’antisemitismo cresce rispetto alla precedente rilevazione effettuata tra marzo e maggio dello scorso anno. Il totale dei tweet, riguardanti gli ebrei, è stato di 63.724, contro i circa 19.000 dei mesi precedenti; tra questi, i tweet con polarità negativa sono stati 44.448, contro i circa 15.000 del periodo marzo- maggio. In percentuale, sul totale dei tweet negativi, siamo al 24,81% rispetto al 10,01% dei mesi precedenti».
L’aumento dell’antisemitismo su Twitter appare esponenziale: è passato dallo 0,5% registrato nel 2015, al 2,2% nel 2016, al 3,8% nel 2018. «Il picco dell’intolleranza – si legge ancora – si è raggiunto nel periodo delle minacce ricevute dalla senatrice Liliana Segre e dell’istituzione della sua scorta. Occorre sottolineare come il caso Segre sia stato il catalizzatore di offese e insulti, evidenziando dunque come la rilevazione di novembre e dicembre possa risultare sovradimensionata rispetto al reale andamento delle offese contro gli ebrei nel corso dell’anno». Ma a crescere, secondo l’associazione, è «non solo il numero, ma anche il livello di aggressività delle offese contro gli ebrei, dato questo purtroppo in linea con l’andamento generale dello hate speech su Twitter».