Da cinque anni è coordinatrice di Forza Italia in Calabria, nomina arrivata direttamente da Silvio Berlusconi. È stata eletta in Parlamento per la prima volta nel 2001 ed è deputata da cinque legislature. Jole Santelli adesso è anche la nuova presidente della regione Calabria, prima donna a ricoprire questo incarico. Sostenuta da sei liste (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Santelli presidente, Udc e Casa della libertà), con il 55,4% delle preferenze, ha vinto sul candidato del centrosinistra Pippo Callipo.
Cinquantun anni, cosentina di nascita ma romana d’adozione, Jole Santelli si è laureata in Giurisprudenza all’università la Sapienza di Roma, specializzandosi in diritto e procedura penale, per poi diventare avvocata di professione. Ha lavorato negli studi di Tina Lagostena Bassi e di Cesare Previti, finché nel 2001 è stata eletta per la prima volta al Parlamento con Forza Italia. Santelli è attualmente vicepresidente della Commissione antimafia. Da sempre fedelissima di Silvio Berlusconi, la sua militanza in Forza Italia è iniziata nel 1994, nel giugno del 1996 ha collaborato con l’ufficio legislativo del gruppo di Forza Italia al Senato, per poi passare a quello della Camera nel 1998. Dal 2000, inoltre, coordina il dipartimento Giustizia del partito di Berlusconi.
Dal 2001 al 2006, durante il Berlusconi II, è stata sottosegretaria alla Giustizia. Nel governo guidato da Enrico Letta (dal 2013 al 2014) è stata sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali. Dal 28 giugno 2016 fino al 9 dicembre 2019, Santelli è stata anche vicesindaca e assessora al Comune di Cosenza, nella Giunta guidata da Mario Occhiuto. Il 9 dicembre si è dimessa per le polemiche legate alla sua candidatura alle Regionali dopo che era tramontata la candidatura dello stesso Occhiuto.
Nel corso della campagna elettorale, ha pubblicamente dichiarato di essere malata di tumore e di essere in cura al reparto di Oncologia dell’ospedale di Paola (Cosenza). Santelli, di fatto l’unica candidata presidente di chiara matrice politica, prima del voto ha battuto molto sul concetto di “squadra” per governare la Calabria «perché la logica dell’uomo solo al comando si è rivelata dannosa» e sulla necessità di lavorare in primo luogo per «valorizzare l’identità e creare una nuova reputazione della nostra terra».