Archiviato il voto in Emilia Romagna e Calabria gli italiani saranno chiamati nuovamente alle urne per il referendum costituzionale, le amministrative e le regionali. Il primo appuntamento è il 23 febbraio con le elezioni suppletive a Napoli per la sostituzione di Franco Ortolani eletto con il M5s e prematuramente scomparso. Subito dopo, il primo marzo, si vota per le suppletive a Roma. Bisogna eleggere il sostituto di Paolo Gentiloni, che ha lasciato il seggio alla Camera dopo essere stato nominato Commissario europeo per gli Affari economici. Dopo una settimana, l’8 marzo, anche una parte dei cittadini umbri torneranno alle urne per le elezioni suppletive nel collegio di Terni, per la sostituzione della senatrice Donatella Tesei della Lega, eletta presidente dell’Umbria.
C’è poi il referendum per la cancellazione della legge sul taglio dei parlamentari. Dopo il via libera della Cassazione al referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari, il governo ha fissato per il 29 marzo la data in cui si svolgerà la consultazione popolare per la conferma o meno della riforma che taglia il numero dei parlamentari dagli attuali 945 complessivi a 600 totali (200 senatori e 400 deputati). Come prevede la Costituzione, «la legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi». Dunque, per la validità del referendum costituzionale non è previsto alcun quorum minimo di votanti. È sufficiente che i consensi superino i voti sfavorevoli. Se il risultato della consultazione è positivo, il Capo dello Stato promulga la legge. In caso contrario, è come se la legge stessa non avesse mai visto la luce e l’esito della consultazione viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
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Sono oltre mille i comuni che nella tarda primavera torneranno al voto, tra cui quindici capoluoghi di provincia e quattro di regione, con gli appuntamenti piu’ attesi che saranno quelli di Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano e Arezzo. Ma l’appuntamento più atteso sarà tra maggio e giugno, quando si voterà per il rinnovo di altri sei consigli regionali: Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto. Attualmente due regioni, Liguria e Veneto, sono governate dal centrodestra (con il forzista dissidente Giovanni Toti nel primo caso, con il leghista Luca Zaia nel secondo); le altre sono in carico al centrosinistra. La partita si giocherà ovviamente sui nomi dei candidati. Molto probabile, come avvenuto già in passato, che le elezioni regionali vengano accorpate con quelle comunali, per un unico election day.