Con la Brexit cambia anche la configurazione del Parlamento europeo. Dagli attuali 751 seggi il numero dei parlamentari scenderà a 705. Una parte dei posti lasciati liberi dai britannici sarà accantonata in vista di eventuali nuovi ingressi di altri Paesi nell’Unione europea. L’altra parte (27 seggi) sarà invece subito ridistribuita tra diversi Stati membri.
LEGGI ANCHE: La Brexit è compiuta: la Gran Bretagna è fuori dall’Ue
I 27 e il Regno Unito hanno negoziato un accordo di recesso che prevede un periodo di transizione di 11 mesi nel tentativo di ammorbidire almeno temporaneamente l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. La transizione durerà fino al 31 dicembre 2020, salvo un prolungamento di un massimo di due anni che l’intesa di divorzio stabilisce debba essere deciso dalle parti entro il 1° di luglio. In questo periodo tutto rimarrà praticamente come prima: il Regno Unito resta nel mercato unico e nell’unione doganale.
Da un punto di vista politico, il cambiamento è netto. I suoi ministri non siedono più nelle riunioni ministeriali, i suoi deputati devono lasciare il Parlamento europeo, i suoi esperti e i suoi diplomatici non possono più partecipare agli innumerevoli appuntamenti comunitari. L’impatto più evidente riguarda il Parlamento europeo. I 73 deputati britannici lasceranno i loro scranni a Bruxelles: 27 di questi seggi saranno distribuiti tra 14 stati membri (Francia (+5), Spagna (+5), Italia (+3), Paesi Bassi (+3), Irlanda (+2), Svezia (+1), Austria (+1), Danimarca (+1), Finlandia (+1), Slovacchia (+1) Croazia (+1), Estonia (+1), Polonia (+1) e Romania (+1), mentre i 46 rimanenti resteranno non assegnati in caso di eventuali nuovi ingressi di paesi terzi nella Ue.
La nuova composizione dei gruppi parlamentari favorisce i partiti di destra. Dei 27 seggi che saranno redistribuiti 5 andranno ai popolari, 4 ai socialisti. Perdono deputati i liberali (-11), i socialisti (-6), i verdi (-7), i conservatori (-3) e anche la sinistra radicale (-1). I nuovi italiani che entrano a far parte dell’Europarlamento sono Vincenzo Sofo della Lega, primo dei non eletti nella circoscrizione sud, Sergio Berlato di Fratelli d’Italia, nella circoscrizione nord-est, e Salvatore De Meo per Forza Italia nella circoscrizione centro, oltre a Sandro Gozi, eletto nelle liste francesi di Renew Europe.
I parlamentari dei diversi Paesi che prenderanno il posto dei deputati britannici decaduti sono già stati eletti formalmente o sono già noti, anche se non ancora stati designati. Nessuno Stato membro che riceverà i seggi lasciati vacanti dai britannici dovrà organizzare elezioni suppletive.