«Credo molto nell’integrazione. Abbandonare queste persone senza offrire loro una prospettiva alimenta il rischio che vengano attratti dai circuiti criminali. Se i migranti si sentono rifiutati dallo stato, tra l’altro, si corre anche il rischio che rispondano al richiamo della radicalizzazione», lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in una intervista a “Il Foglio” confermando che presenterà agli esponenti della maggioranza una proposta di modifica ai decreti sicurezza voluti dal suo predecessore Matteo Salvini secondo i «rilievi formulati dalla Presidenza della Repubblica».
LEGGI ANCHE: Il Viminale autorizza l’aumento dei rimborsi per i migranti accolti
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sembra essere pronta a smontare i provvedimenti simbolo del precedente governo e del leader della Lega Matteo Salvini. Con un obiettivo ambizioso: rivedere le norme anti Ong, ma anche ampliare la tipologia di permessi di soggiorno in modo di riavvicinarsi il più possibile alla protezione umanitaria.
Attualmente sono previste per le navi delle Organizzazioni non governative, multe fino a 1 milione di euro, confisca immediata della nave e arresto del comandante che dovesse violare il divieto di ingresso in acque italiane. Con le modifiche le multe dovrebbero essere decisamente meno salate: da 10 a 50mila euro e l’arresto del comandante è previsto solo in caso di reiterazione della condotta contestata.
In materia di permessi di soggiorno, è previsto un ampliamento della protezione speciale a casi di disagio psichico, vittime di tratta, grave vulnerabilità e nuclei familiari. Non verrà reinserito il permesso umanitario tanto demonizzato dal leader leghista Matteo Salvini e abolito dal primo decreto sicurezza. Il ministro Lamorgese proporrà alla maggioranza di tornare a riconoscere il permesso di soggiorno per richiedente asilo come titolo sufficiente per l’iscrizione all’anagrafe e dunque il diritto a godere di tutti i servizi legati alla residenza, dalle prestazioni sanitarie alla possibilità di aprire un conto in banca.
Per la cittadinanza infine si ritorna ai due anni come tempo massimo per l’ultimazione delle pratiche e al silenzio-assenso tranne nei casi di gravi procedimenti penali in atto. Attualmente con i decreti Salvini erano raddoppiati, da 24 a 48 mesi, i termini per la conclusione dell’iter per la concessione della cittadinanza per residenza al compimento dei 18 anni dei figli di cittadini stranieri nati in Italia e di quella per matrimonio..