Chiudere le frontiere con l’Italia per il coronavirus? Per il presidente francese Emmanuel Macron la risposta è «no» ai cronisti che lo seguono nel fuoriprogramma della visita alla Cappella Sansevero, nel centro antico di Napoli. È iniziato con un piccolo tour culturale il trentacinquesimo vertice bilaterale fra Italia e Francia che intende rilanciare le relazioni fra Roma e Parigi dopo le tante incomprensioni diplomatiche dell’ultimo anno. «I rapporti tra Italia e Francia non possono entrare in crisi con il passaggio da un governo all’altro, sono rapporti storici», ha affermato Conte.
I due presidenti alla fine degli incontri hanno firmano una dichiarazione congiunta che è stata già battezzata “Patto di Napoli” e che intende rilanciare le relazioni nei settori della difesa, della ricerca scientifica, della cooperazione industriale ed europea, del controllo congiunto dei flussi migratori. Un primo significativo passo per arrivare a quell’Accordo del Quirinale al quale aveva lavorato fino a due anni fa una commissione congiunta di esperti. L’ultimo vertice bilaterale risaliva a Lione, tre anni fa. In mezzo un rapporto altalenante che ha visto spesso rapporti tesi come quelli sul dossier migranti e la vicenda Fincantieri.
Tra i temi del bilaterale la piena collaborazione per gestire la crisi sanitaria causata da Covid-19, necessaria anche in seguito al primo decesso registrato ieri a Parigi. La cooperazione prevede la condivisione delle informazioni scientifiche.A Napoli si è discusso anche di tematiche internazionali e delle questioni prioritarie per l’Europa, come la politica comune da adottare per la gestione del bilancio dell’Unione Europea.
«Più in generale Francia e l’Italia – si legge nella dichiarazione finale – intendono rafforzare ulteriormente il loro ruolo guida nell’attuazione di nuove iniziative di difesa europee nel campo delle capacità attraverso la cooperazione strutturata permanente (PESCO), il Fondo europeo di difesa (EDF) e il futuro Strumento Europeo per la Pace (SEP). Italia e Francia concordano anche nel “proseguire lo sviluppo di progetti di capacità congiunta nel settore della difesa e dello spazio, al fine di dotarsi di sistemi efficienti e pienamente interoperabili e per costruire una base industriale di tecnologia europea e difesa competitiva».
«La stabilità di lungo termine del Mediterraneo e dell’Africa sub-sahariana» resta una priorità assoluta per l’Italia e per la Francia, «per il raggiungimento della quale è importante promuovere l’utilizzo delle risorse energetiche della regione come fattore di inclusività e di cooperazione geo-politica». Italia e Francia «si impegnano anche attraverso l’incremento dell’interoperabilità tra le rispettive marine a garantire la sicurezza marittima, inclusa la salvaguardia della libera navigazione nel Mediterraneo orientale, che è oggi lo scenario di crescenti tensioni». Sulla crisi libica «Italia e Francia sostengono con convinzione il percorso definito dalla Conferenza di Berlino, per una soluzione pacifica del conflitto, guidato dalle Nazioni Unite, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale del Paese e condannano tutte le interferenze esterne e la violazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi».
«L’Italia e la Francia sono convinte che l’Unione Europea debba superare una gestione delle crisi migratorie dettata dall’emergenza, promuovendo – come stabilito dai Trattati – una politica in materia concretamente europea di migrazione e di asilo, basata sulla solidarietà e l’equa ripartizione della responsabilità fra tutti gli Stati Membri. A tale scopo, i due Paesi sosterranno lo stanziamento di adeguate risorse nel prossimo bilancio europeo per il 2021-2027 e la previsione di regole funzionali per il loro utilizzo. Il Sistema Europeo di Asilo dovrà essere ripensato secondo la logica della solidarietà e della responsabilità e dovrà garantire un efficace sistema di rimpatri dei migranti irregolari, anche attraverso la firma di accordi di riammissione e di politiche di incentivazione e disincentivazione con i Paesi terzi».
Italia e Francia «riconfermano il loro interesse strategico per lo sviluppo della mobilità passeggeri e merci nel rispetto dell’ambiente, con un’attenzione particolare alle nuove infrastrutture transalpine, essenziali per il riequilibrio modale. Sottolineano l’importanza dell’ultimazione della sezione transfrontaliera della linea Torino-Lione in corso con il fondamentale contributo UE, confermato al 40%, ma di cui è atteso, nel nuovo Grant Agreement, l’annunciato incremento al 55%».