Norme più rigide a tutela della privacy, sarà il Pm (e poi il Gip) a decidere sulla rilevanza delle intercettazioni, l’utilizzo dei trojan sarà consentito anche per le persone «incaricate di pubblico servizio» e fin dentro le mura di casa ma dovrà essere motivato e giustificato, divieto di pubblicazione degli «ascolti» irrilevanti. Sono alcune tra le novità introdotte nel decreto intercettazioni approvato dalla Camera al termine di un duro braccio di ferro all’interno della maggioranza.
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Si tratta di una svolta rilevante nel sistema giudiziario, che entrerà in vigore tra due mesi. Il decreto introduce una più chiara disciplina del trattamento giuridico a cui vengono sottoposte le intercettazioni cosiddette «irrilevanti», rispetto agli «ascolti» utili a raccogliere elementi probatori. Le intercettazioni irrilevanti sono coperte dal segreto, quindi non saranno mai pubblicabili. Quelle rilevanti, invece, essendo inserite nel fascicolo, saranno pubbliche e quindi possono essere diffuse.
La valutazione sulla rilevanza delle intercettazioni viene rimessa al pubblico ministero e, poi, al giudice per le indagini preliminari. Sarà dunque il pm – e non la polizia giudiziaria come previsto dalla precedente riforma Orlando – a dover selezionare il materiale per stabilire quali siano le intercettazioni di rilievo per le indagini e quelle, invece, irrilevanti. Il pubblico ministero dovrà vigilare affinché nella trascrizione delle intercettazioni non siano riportate espressioni «sensibili». La norma vale anche per le intercettazioni rilevanti, che dovranno essere depurate dai cosiddetti «dati sensibili».
Quella sull’uso dei trojan, cioè il malware che trasforma un telefono in un microfono spia h24, è stata la norma che più ha suscitato le critiche delle opposizioni. I captatori informatici sono equiparati alle intercettazioni ambientali e viene introdotto l’obbligo di motivazione ulteriore che ne giustifichi l’utilizzo. Tuttavia, sarà possibile utilizzare i trojan non solo per i reati contro la pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali, ma anche per quelli commessi dagli «incaricati di pubblico servizio», purché si tratti di reati punibili con la reclusione oltre i 5 anni. Inoltre, l’intercettazione attraverso captatore, come avviene nel caso di reati che coinvolgono pubblici ufficiali, potrà avvenire anche dentro le mura di casa.