C’è una quinta voce che si aggiunge alle quattro già presenti nell’autocertificazione necessaria per giustificare gli spostamenti. Ed è quella con cui da oggi in poi qualsiasi cittadino dovrà dichiarare di non trovarsi in una condizione di quarantena, che impone «un divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora».
Il Ministero dell’Interno detta una nuova direttiva per gli spostamenti per evitare che anche le persone in quarantena escano, così come è accaduto in questi giorni nonostante i divieti. E dunque cambia anche il modulo dell’autocertificazione (si può scaricare cliccando qui).
Nei primi cinque giorni di controlli, su oltre 665.000 persone fermate, quelle denunciate sono state 27.500. Poco più di 1100 gli esercizi commerciali denunciati per non aver osservato le disposizioni sulle chiusure o sulle distanze di sicurezza.
Secondo la disposizione del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, «il nuovo modello prevede anche che l’operatore di polizia controfirmi l’autodichiarazione, attestando che essa viene resa in sua presenza e previa identificazione del dichiarante. In tal modo il cittadino viene esonerato dall’onere di allegare all’autodichiarazione una fotocopia del proprio documento di identità».
Come per i moduli precedenti (che non possono più essere utilizzati), il nuovo modello deve essere portato con sé quando si esce di casa; se ne si può compilare uno solo per giustificare un percorso che si effettua in modo ripetuto (ad esempio, quello casa-lavoro). Se ci si trova nell’impossibilità di stampare il modulo o lo si dimentica, e si viene fermati dalle forze dell’ordine, si può rilasciare loro una dichiarazione verbale, che sarà trascritta e sulla quale potranno poi essere effettuate verifiche. Chi viola i divieti può avere pesanti conseguenze: si rischia un’ammenda fino a 206 euro e l’arresto fino a tre mesi e una denuncia per reati dolosi contro la salute pubblica.
È bene ricordare che il decreto del governo impone di restare in casa a meno che non ci siano «comprovate esigenze lavorative» o gravi esigenze familiari o sanitarie. È possibile uscire anche per altre ragioni, come la necessità di andare a fare la spesa o in farmacia, ma bisogna ridurre al minimo i contatti sociali.