Una serrata totale di almeno 15 giorni per cercare di arginare il contagio da coronavirus. Proprio come deciso dall’Italia una settimana fa. Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha annunciato che da mezzogiorno e per almeno 15 giorni nell’intero paese ci saranno restrizioni e limitazioni per molti versi simili a quelle in vigore in Italia da ormai una settimana. Il discorso ha fatto seguito a quello del 12 marzo, in cui Macron aveva annunciato la chiusura di scuole e università, ma non la sospensione del primo turno delle elezioni amministrative. Adesso anche Oltralpe hanno iniziato a rendersi conto della gravità della situazione: è stata decisa quindi la chiusura delle frontiere, la sospensione del secondo turno delle amministrative e lo stop alla riforma delle pensioni. E il tutto mentre la curva dei contagi raggiunge quella italiana di circa 8 giorni fa con oltre 6mila e 600 contagiati e 148 morti (+48 in 24 ore).
Rivolgendosi ai francesi, Macron ha usato più volte le parole «siamo in guerra», specificando ovviamente che si tratta di una «guerra sanitaria», contro un nemico «invisibile», per contrastare il quale servirà una «mobilitazione generale», senza «cedere al panico e al disordine». Per i prossimi 15 giorni gli spostamenti saranno limitati a quelli essenziali, come in Italia. Macron ha anche annunciato che sono sospese tutte le riforme attualmente in discussione nel paese (compresa quella, molto criticata, sulle pensioni) e che sarà posticipato il secondo turno delle elezioni municipali. Nel discorso, è stata preannunciata la realizzazione, anche grazie all’intervento dell’esercito, di un ospedale da campo in Alsazia, nell’est del paese. Macron ha anche annunciato una chiusura dei confini per 30 giorni, in linea con quanto preannunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Una chiusura che permetterà comunque ai cittadini francesi attualmente all’estero di fare rientro nel loro paese.
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Il contagio da coronavirus si estende e aumenta il numero dei Paesi che adottano misure draconiane. La Germania dopo aver chiuso le frontiere con Francia, Austria e Svizzera, ha varato «misure più dure». Lo ha detto Angela Merkel, spiegando che si tratta di «misure straordinarie» per ridurre i contatti sociali. Il gabinetto di crisi ha deciso che saranno chiusi teatri, sale da concerto, fiere, musei, mercati, palestre, che i ristoranti resteranno aperti dalle 6 alle 18, che saranno proibite le messe, gli eventi.
Dopo l’impennata dei contagi in Spagna, il secondo più colpito in Europa dopo l’Italia, il governo ha deciso di mettere in campo misure senza precedenti: «i cittadini potranno circolare solo lungo le strade per uso pubblico per acquisto di alimenti, prodotti farmaceutici e generi di prima necessità; assistenza ai centri sanitari; recarsi sul posto di lavoro per svolgere le proprie attività lavorative, professionali o commerciali; rientro nel luogo di residenza abituale; assistenza per persone bisognose; spostamento verso entità finanziarie e per cause di forza maggiore». Le autorità potranno richiedere l’intervento delle forze armate. Confermata la chiusura delle scuole e delle strutture ricreative, culturali e sportive. Chiusi cinema, bar e ristoranti, a Madrid anche i parchi. Il decreto stabilisce anche la centralizzazione del sistema sanitario nazionale «sotto gli ordini diretti del ministro della Salute».
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Messo alle strette, il Regno Unito cambia idea sulla linea “morbida” tenuta finora e aumenta le restrizioni per favorire il distanziamento sociale contro la diffusione del coronavirus. Non vieta, sconsiglia. Boris Johnson raccomanda lo stop di tutti i viaggi non necessari, il lavoro da casa e la rinuncia a contatti sociali pubblici. «Da ora dovete evitare pub, teatri, club e altri luoghi di ritrovo», ha detto il primo ministro Tory rivolgendosi alla popolazione. Il numero dei casi di contagio nel Regno Unito, nelle ultime 24 ore, è aumentato di 171 pazienti, portando il totale complessivo a 1.543, di cui almeno 55 decessi.
La Svizzera ha dichiarato lo stato d’emergenza a causa della pandemia di coronavirus e ha vietato tutti i assembramenti come in Italia. Stesse misure in Slovenia: il governo ha deciso la chiusura di tutti i bar, i ristoranti e dei negozi, del trasporto pubblico e di quello ferroviario passeggeri, dell’uso di funivie o cabinovie, resteranno aperte solo le rivendite di alimentari, le farmacie, le banche, gli uffici postali e le pompe di benzina. I taxi potranno operare solamente se l’autista sarà in grado di provvedere alla sanificazione dell’abitacolo prima della salita di un nuovo passeggero. L’esecutivo raccomanda agli anziani di evitare ogni possibile eventualità di contagio rimanendo a casa, così come gli immunodepressi per i quali si chiede che la spesa o e altre necessità vengano svolte da volontari.
Dal 21 marzo al 12 aprile tutte le scuole di Mosca saranno chiuse. Intanto chiusa l’ultima frontiera aperta: con la Bielorussia. La commissione governativa che coordina la risposta della Russia al virus ha annunciato un piano da 300 miliardi di rubli per contrastare il collasso economico. Finora il Paese ha registrato solo 63 casi di coronavirus e nessuna morte. Non è chiaro se sia dovuto all’esiguo numero di test eseguiti o alla chiusura anticipata dei confini. Molti dei casi identificati sono di viaggiatori in Italia. La frequenza alle scuole di Mosca non è obbligatoria e alle università è stato consigliato di passare a programmi in remoto.