«È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. Confidiamo in voi»: scrivono 243 sindaci in una lettera indirizzata a Giuseppe Conte e al governatore Attilio Fontana. Il bollettino del contagio da coronavirus in Lombardia conferma che la regione è ancora l’area del Paese che vive la situazione più complicata. I nuovi casi sono 3.251, per un totale di 25.515. Il totale dei morti è arrivato a 3.095, 546 nelle ultime 24 ore. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.093, 8.258 il totale degli ospedalizzati.
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Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha convocato una riunione per valutare misure più severe: la chiusura pressoché totale della Lombardia. Una decisione che applicherebbe all’intera Regione qualcosa di simile al «modello Codogno». Il fatto che il picco del contagio tardi ad arrivare e l’evidenza della troppa gente ancora nelle strade spingerebbe il presidente lombardo al massimo rigore, quasi una serrata generale.
A un mese dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, che sta mettendo a dura prova l’intera regione, la Lombardia ha chiesto a più riprese misure più rigide per rallentare e fermare la diffusione di Covid-19. L’idea di Fontana è quella di una chiusura degli uffici pubblici non essenziali, di una forte riduzione del trasporto pubblico e di una chiusura di ogni esercizio commerciale. Resterebbero ovviamente in funzione i servizi essenziali, in primo luogo i supermercati e le farmacie.
I sindaci bergamaschi si sono uniti all’appello chiedendo al governo misure più stringenti per contenere i contagi da coronavirus. «La situazione che si vive nell’intera Regione Lombardia – scrivono – assume ormai i connotati dalla tragedia e questo è ancor più evidente purtroppo nella nostra provincia di Bergamo che in questi giorni sta vedendo morire tanti uomini e donne e cancellare intere generazioni, senza nemmeno poter dare un degno saluto».