Non ci sono soltanto i decreti del governo, con da ultimo la chiusura della attività produttive non essenziali fino al 3 aprile, per contenere il contagio. Da Nord a Sud l’emergenza coronavirus viene declinata anche dalle ordinanze firmate dai presidenti di Regione, davanti a tutti il governatore della martoriata Lombardia Attilio Fontana, che avevano chiesto a Palazzo Chigi un intervento più radicale. E così le regioni del Sud con un numero ancora basso di contagi si blindano. I siciliani possono uscire di casa una sola volta al giorno per fare la spesa. I napoletani non possono ordinare una pizza da asporto. E il Nord si gioca le ultime carte: in Piemonte e in Lombardia si misura la temperatura di chi va al supermercato. In Alto Adige non ci si può più sedere sulle panchine. Ecco quanto deciso regione per regione.
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In Alto Adige l’ordinanza della Provincia autonoma va oltre quella di Palazzo Chigi, disponendo il divieto di sedersi sulle panchine, consentendo l’uso delle piste ciclabili solo per coloro che devono recarsi a lavoro. Rilevante la stretta sul commercio: anche supermercati e attività alimentari, che non hanno subito limitazioni nei decreti del governo, qui dovranno rimanere chiusi la domenica, mentre nei giorni feriali la saracinesca dovrà abbassarsi alle 19. C’è la possibilità di fare attività all’aria aperta, ma rimanendo rigorosamente sotto casa e mantenendo la distanza obbligatoria di 3 metri da altre persone.
In Lombardia il governatore Attilio Fontana, davanti al continuo via vai di runner attorno ai parchi cittadini e non solo, ha firmato un’ordinanza che dispone il divieto di fare attività all’aperto, se non sotto casa e rigorosamente in solitudine. Chi ha il cane, deve portarlo a spasso nel raggio di 200 metri dall’abitazione. Chiusi anche tutti i cantieri edili, gli studi professionali e altre imprese anche artigianali, non legate alle filiere essenziali. Restano aperti tabaccai, farmacie, parafarmacie, supermercati. Si chiede, soprattutto ai supermarket e poi anche alle farmacie, ai luoghi di lavoro, «a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere», di provvedere alla rilevazione della «temperatura corporea». E per tutti divieto di assembramento per strada: ai trasgressori 5000 euro di multa.
La medesima linea di Fontana è stata adottata anche in Piemonte dal governatore Alberto Cirio. Vietati, così come in Lombardia, i mercati all’aperto laddove i sindaci non siano in grado di garantire il rispetto delle distante di sicurezza. A far la spesa può andare una sola persona per famiglia. Nei supermercati è disposta la rilevazione della temperatura corporea. Chiusi gli uffici pubblici con servizi non essenziali. Chiusi anche qui gli uffici pubblici con servizi non essenziali. Come in Lombardia: niente assembramento di più di due persone nei luoghi pubblici, spostamenti verso le seconde case, la sosta davanti ai distributori h24 di alimenti e bevande, slot machine. Bloccata l’attività dei cantieri.
In Veneto, due giorni prima di Palazzo Chigi, davanti al dilagare dei contagi il governatore Luca Zaia aveva varato già altri divieti con una ordinanza che impone anche qui la chiusura di supermercati e negozi di alimentari la domenica e nei giorni festivi, fino al 3 aprile. «Vale anche dopo il decreto di Conte», ha spiegato Zaia. Per chi esce da casa, anche con il cane, è stato fissato un limite ben preciso: 200 metri. E ci vuole sempre l’autocertificazione.
Anche in Emilia-Romagna il governatore Stefano Bonaccini ha firmato una ordinanza ulteriormente restrittiva. I supermercati e le rivendite di generi alimentari rimarranno chiusi la domenica, mentre sono stati annullati anche mercati e mercatini.
In Campania, davanti alla sistematica violazione dello «state a casa», il governatore Vincenzo De Luca ha disposto il divieto totale di fare jogging: contro questa ordinanza è stato presentato anche un ricorso al Tar, che però ha dato ragione a De Luca. Stop anche alla consegna del cibo a domicilio.
In Calabria la governatrice Jole Santelli ha firmato un’ordinanza che di fatto «blinda» la regione. Fino al 3 aprile, divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio regionale. Si potrà entrare o uscire dalla Calabria solo per spostamenti derivanti da comprovate esigenze lavorative legate all’offerta di servizi essenziali oppure per gravi motivi di salute. Ai trasgressori si applica la misura immediata della quarantena obbligatoria per 14 giorni.
Anche la Sicilia ha scelto la via dell’isolamento: controlli a Messina su chi sbarca dai traghetti e un netta riduzione dei voli da e per Catania per limitare i viaggi alle sole situazioni di urgenza e improrogabile necessità. Il governatore Nello Musumeci ha ordinato che gli acquisti, anche di generi alimentari, possano essere fatti una sola volta al giorno. E che supermercati e negozi di generi alimentari debbano stare chiusi la domenica. Viene istituito anche il divieto di fare attività fisica all’aperto.