Fino a pochi giorni fa le immagini delle persone che circolavano liberamente in Giappone erano un’eccezione da studiare. Adesso il premier Shinzo Abe ha proposto lo stato di emergenza nel tentativo di contenere l’espansione del coronavirus nel Paese, dopo l’incremento allarmante delle infezioni, in particolare a Tokyo, dove hanno superato quota mille nel corso del fine settimana.
Il provvedimento entrerà in vigore mercoledì e consentirà alle municipalità di imporre ai cittadini di stare a casa chiudendo scuole e servizi non strettamente necessari. La circolare permetterà al governo di imporre restrizioni all’assembramento di persone e allo svolgimento delle attività sociali nei luoghi pubblici, tra cui teatri e attività sportive. Nel caso in cui il sistema sanitario nazionale dovesse entrare in crisi, i governatori delle province potranno ordinare la requisizione di proprietà private e degli edifici idonei alle esigenze del sistema. Le municipalità potranno inoltre sequestrare forniture mediche e provviste alimentari a persone e società che si rifiutano di renderle disponibili in commercio.
Allo stesso tempo, il governo ha varato un massiccio piano di sostegno all’economia del Paese con 108.000 miliardi di yen (915 miliardi di euro) per contrastare le conseguenze della pandemia sulle attività della terza economia mondiale. Si tratta di misure di aiuto per le famiglie a basso reddito e per far ripartire i consumi, oltre che per sostenere e le piccole e medie imprese ad affrontare i danni derivanti dall’emergenza coronavirus. A oggi in Giappone le persone positive al coronavirus risultano essere 3.654, con 85 morti.