Alcune regioni, come la Lombardia e la Toscana, hanno deciso di rendere obbligatorio coprirsi il naso e la bocca con le mascherine, ma anche con sciarpe e foulard, «per proteggere sé stessi e gli altri». Il governo nei provvedimenti finora emanati non ha previsto l‘obbligo di mascherine se non per coloro che si occupano della consegna dei pasti a domicilio. E neanche gli scienziati sono tutti d’accordo sulla loro utilità.
Ma la Lombardia fa da apripista e con un ordinanza del governatore Attilio Fontana introduce l’obbligo per chi esce dalla propria abitazione di proteggere sé stessi e gli altri coprendosi naso e bocca con mascherine o anche attraverso semplici foulard e sciarpe. «Il fatto che tutti debbano coprire naso e bocca – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco al Corriere della Sera – ha anche un’importanza pedagogica: il virus sta circolando, tutti facciamo qualcosa per evitare il contagio con una maggiore serenità da parte della popolazione. Se tutti portiamo mascherina o foulard e non solo i sintomatici saremo sullo stesso piano, senza il rischio di additare chi porta la mascherina come untore. Certo, sarebbe stato auspicabile avere una direttiva unica, valida per tutti perché in questo modo è chiaro, il rischio è di rimanere disorientati».
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La Toscana si accinge a fare come la Lombardia, ma con un approccio più graduale: mascherine obbligatorie fuori casa, ma solo dopo che saranno distribuite comune per comune. Ad annunciarlo su Facebook è il governatore Enrico Rossi: «Leggo sui giornali che sono ripresi troppi comportamenti sbagliati da parte dei cittadini e che ci sono troppi assembramenti. Per questo oggi stesso voglio fare un’ordinanza che rende obbligatorio l’uso della mascherina all’esterno delle abitazioni. La mia intenzione è che l’ordinanza diventi esecutiva comune per comune a partire dalla data nella quale il Comune stesso ci comunicherà di avere effettuato la consegna a domicilio dei dispositivi, tre a testa».
In Alto Adige una ordinanza del governatore Arno Kompatscher introduce l’obbligo di coprire naso e bocca con una mascherina oppure uno scaldacollo al di fuori dell’ambiente familiare, ovvero in strada e al supermercato. L’ordinanza non prevede comunque nessuna multa in caso di inosservanza.
Il Veneto ha acquistato già 24 milioni e 700 milioni di mascherine di protezione, e ne sta consegnando alle Usl 239mila al giorno. Ma ha optato finora per un approccio più graduale, con l’obbligo solo per accedere nei supermarket e nei mercati all’aperto e al chiuso.
In Friuli Venezia Giulia, in base ad una ordinanza del governatore, Massimiliano Fedriga, l’uso di mascherine o comunque protezioni per naso e bocca e guanti è obbligatorio soltanto all’interno di mercati e degli esercizi commerciali di beni alimentari. Fedriga ha spiegato che, «non c’è l’obbligo della mascherina – perché l’approvvigionamento è particolarmente difficile – ma basta accedere con sciarpa, foulard o anche un copricollo», l’importante è coprirsi naso e bocca. Per i guanti, mancando quelli in lattice, «si può entrare nei negozi di beni alimentari utilizzando i guanti monouso a disposizione per
prendere frutta e verdura».
Anche in Valle d’Aosta sono obbligatori mascherine e guanti all’interno degli esercizi commerciali. Il personale dei negozi deve essere protetto con i dispositivi previsti. Lo stabilisce un’ordinanza del presidente della regione, Renzo Testolin, che concede anche alcune deroghe ai cantieri (massimo 5 operai impiegati) e introduce il divieto di svolgimento dei mercati ad eccezione di quelli che garantiscono un unico varco di accesso e di uscita e la sorveglianza delle distanze sociali.
Da mercoledì anche in Piemonte indossare mascherine e guanti diventa obbligatorio per tutti gli addetti alla vendita mentre ai clienti viene raccomandato «di utilizzare la mascherina o qualsiasi altro indumento a copertura di naso e bocca».
Nessun obbligo in Liguria anche se il presidente Giovanni Toti in una diretta video su Facebook ha annunciato che inizierà giovedì in tutta la regione la distribuzione gratuita delle mascherine chirurgiche acquistate per i cittadini.
L’obbligo delle mascherine in Campania è in valutazione ma non è al momento ritenuta la priorità per il presidente De Luca. La macchina regionale è impegnata a completare le scorte di dispositivi di protezione per tutti gli ospedali e le strutture sanitarie.
Nessuna decisione in merito alle mascherine è stata ancora presa dalla Regione Siciliana. Anche qui gli esperti dell’assessorato regionale alla Salute stanno ancora valutando la necessità di questa misura, anche sulla base di una eventuale differenziazione tra luoghi dove è assolutamente necessaria la protezione, come strutture sanitarie o luoghi con la presenza di numerose persone come i supermercati, o zone all’aperto.