Nelle ultime ore si sono diffuse notizie sull’avanzamento della ricerca di vaccini contro il coronavirus. L’ultima in ordine di tempo riguarda la sperimentazione sull’uomo di un vaccino messo a punto dall’azienda Advent-Irbm di Pomezia insieme con lo Jenner Institute della Oxford University. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato dell’azienda, Piero Di Lorenzo, a fine mese si procederà con i test sull’uomo e «si prevede di rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole».
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«In virtù dei dati acquisiti nelle ultime settimane – continua Di Lorenzo – il primo lotto del vaccino partirà da Pomezia per l’Inghilterra, dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani. Di Lorenzo annuncia che è «ormai in fase finale la trattativa per un finanziamento di rilevante entità con un pool di investitori internazionali e vari governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino».
Parole che alimentano comprensibili speranze, ma possono anche confondere, visto che si mescolano a frasi di segno diverso di autorità sanitarie italiane e mondiali come l’Oms che ha detto che non si sa ancora «se le persone che lo hanno avuto sono immuni né quando avremo un vaccino». Sono decine le istituzioni nel mondo, accademiche e private, al lavoro su possibili vaccini. Ma i pronostici degli esperti variano molto: da chi ritiene che potremmo averlo entro un anno e chi pensa che ci voglia ancora molto tempo. Lo stesso Di Lorenzo ha detto oggi che «prima di produrre» il vaccino per l’intera popolazione mondiale «non passeranno mesi, ma anni».