La Commissione europea ha dato il via libera al decreto imprese varato dal governo italiano per assicurare liquidità alle aziende colpite dal coronavirus. Con due decisioni distinte la Commissione ha autorizzato le misure a sostegno dell’economia del valore di circa 200 miliardi e lo schema di garanzie destinato ai lavoratori autonomi e alle piccole e medie imprese. «Le misure dal valore complessivo di circa 200 miliardi consentiranno di offrire la garanzia pubblica su nuovi prestiti o rifinanziamenti alle grandi aziende», ha spiegato il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager.
I provvedimenti presi dall’Italia per fornire liquidità al sistema produttivo nazionale sono stati autorizzati dalla Commissione Ue alla luce delle deroghe sulle norme che regolano gli aiuti di Stato decise da Bruxelles tra marzo e aprile. Proprio a inizio aprile, l’Ue aveva cambiato i regolamenti comunitari per permettere agli Stati di concedere prestiti alle imprese a interessi zero e garanzie che coprano fino al 100% del rischio. Fino a quel momento, le norme europee sugli aiuti di Stato, anche dopo le modifiche approvate dieci giorni prima alla luce dell’emergenza coronavirus, fissavano il tetto al 90% del capitale, oltre a stabilire un limite massimo pari al 25% del fatturato dell’anno precedente.
Il primo via libera Ue riguarda, quindi, la garanzia pubblica che attraverso la Sace sarà offerta sui finanziamenti necessari alle aziende per fare fronte alle conseguenze dell’emergenza. L’altro ok arrivato da Bruxelles si riferisce alle schema messo in piedi per assistere, sempre dal punto di vista finanziario, tutte le imprese che abbiano fino a 499 dipendenti.
«Insieme all’altro programma di sostegno rivolto ai lavoratori autonomi e alle piccole e medie imprese, queste misure – ha evidenziato la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager – il pacchetto permetterà alle società di coprire le loro necessità finanziarie più urgenti per affrontare la difficile situazione.Continueremo a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per assicurare che le misure di sostegno nazionali possano contenere gli effetti dei danni causati dal coronavirus»