Si delineano sempre più i contorni della “fase 2”. Tornare a fare sport all’aperto, a partire dalla corsetta, anche oltre i limiti dei 200 metri o dei dintorni di casa, ma per il «tempo necessario» e, soprattutto, da soli. È una delle ipotesi che il governo sta prendendo in considerazione in queste ore in vista del nuovo decreto che entrerà in vigore il prossimo 4 maggio.
LEGGI ANCHE: Coronavirus, sulla “fase 2” è scontro tra Nord e Sud
La conferma arriva dal viceministro della Salute, Pieparpaolo Sileri: «Dobbiamo dare maggiore libertà di movimento ai cittadini e la soluzione possibile è questa che tiene conto anche del senso di responsabilità delle persone. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha già applicato questa regola e mi sembra che sia ragionevole, anche perché tiene conto delle esigenze dei cittadini e i controlli in coreo possono evitare abusi».
Resta invece aperta la questione relativa alla riapertura dei parchi: se da una parte fare jogging potrebbe essere un’opzione concreta nei prossimi giorni, dall’altra appare ancora incerta la possibilità di aprire al pubblico ville e giardini. Un parere positivo è stato espresso dal ministro dell’Interno e dal ministro per la Famiglia e le Pari opportunità: sia Luciana Lamorgese sia Elena Bonetti hanno sottolineato l’importanza di trovare subito delle soluzioni per permettere l’uso di luoghi all’aperto soprattutto da parte dei più piccoli. La titolare del Viminale sposa l’ipotesi dell’utilizzo «contingentato e responsabile di aree pubbliche», anche se la situazione odierna «ci deve sempre far mantenere un criterio di prudenza soprattutto a tutela dei nonni e degli anziani». In ogni caso si attende il parere del Comitato tecnico-scientifico: la riapertura di ville e giardini arriverà comunque dopo il 4 maggio, al fine di superare i ponti del 25 aprile e del 1 maggio.