I 27 leader europei che si sono riuniti in videoconferenza per l’atteso Consiglio Europeo sulle misure straordinarie per il coronavirus hanno approvato l’introduzione di un nuovo strumento che sarà chiamato “Fondo europeo per la ripresa”, o Recovery Fund. Il Fondo avrà l’obiettivo di fornire sostegno economico ai paesi più colpiti dal coronavirus.
Il Recovery Fund si baserebbe sull’emissione di nuovi titoli di debito, i cosiddetti Recovery bond. Si tratta di uno strumento proposto dalla Francia che si basa sulla dotazione di un capitale iniziale fornito da parte degli Stati. La differenza principale rispetto agli Eurobond è che i Recovery bond non prevedono una mutualizzazione del debito pregresso.
La decisione del Consiglio Europeo è un passo in avanti significativo, considerato che fino a poche settimane fa i paesi del Nord si erano decisamente opposti. L’Italia incassa politicamente la formula secondo cui la costituzione del Fondo deve essere considerato «necessario e urgente». «Tutti i 27 paesi hanno accettato i recovery Fund, che andrà a finanziari tutti i paesi più colpiti. L’Italia è in prima fila a chiedere il Recovery Fund. Uno strumento del genere era impensabile fino a adesso e renderà la risposta europea più solida e coordinata», ha detto il premier Giuseppe Conte in una breve dichiarazione dopo il Consiglio europeo.
Il Consiglio non ha chiarito esattamente come funzionerà il Fondo, ma i diversi dettagli erano già emersi nei giorni scorsi. Gli stati nazionali si sono impegnati ad aumentare il proprio contributo al bilancio dell’Unione Europea: la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha parlato di una cifra doppia rispetto a quella attuale. A quel punto la Commissione potrebbe destinare parte dei soldi ottenuti per la creazione del Fondo, oppure emettere titoli di stato comunitari e raccogliere capitali sui mercati, per poi distribuirli ai vari paesi. L’entità del Fondo e il tipo di versamenti che farà agli stati saranno decisi nelle prossime settimane, sulla base di una proposta della Commissione Europea.
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I paesi del Sud spingono affinché il Fondo comprenda sussidi senza obbligo di restituzione, chiedendo sostanzialmente all’Unione Europea di contrarre un debito perenne con gli investitori per permettere ai singoli paesi di non indebitarsi ulteriormente. I paesi del Nord preferiscono invece che il Fondo emetta dei prestiti, per evitare che l’Unione Europea sia costretta a fare debito.
Per quel che si sa finora, il Recovery Fund «sarà basato sul prossimo bilancio europeo 2021-2027», come ha confermato la presidente Ursula von der Leyen. Durante il Consiglio, secondo la politica tedesca, c’è stata una «generale apertura al fatto che dobbiamo trovare un sano bilanciamento tra prestiti e trasferimenti». Ma sono necessarie ulteriori trattative per definire i dettagli. «C’è un consenso sulla necessità di una risposta rapida e forte. È un passo avanti, abbiamo bisogno di una risposta fra i 5 e i 10 punti del nostro Pil», ha detto il presidente francese Emmanuel Macron.