Gli italiani hanno voglia di ritornare alla normalità. Di rialzare le saracinesche. Di riabbracciare i propri cari: genitori, sorelle e fratelli, coniugi, nipoti, nonni, ma anche fidanzate e fidanzati. Per questo motivo l’apertura del presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla possibilità a partire dal prossimo 4 maggio di «far visita ai congiunti» ha aperto un dibattito sul “chi sono i congiunti?”. Il termine nel giro di poche ore è risultato il più cercato sul web.
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Ma che si intende per congiunti? Fino a che grado di parentela si può estendere il termine? Sicuramente i genitori, i figli, le sorelle, i fratelli, dunque i familiari di primo grado? Ma possiamo estendere anche a nonni, nipoti, zii, cugini? E i fidanzati? Alla fine Palazzo Chigi è intervenuto per stoppare ogni polemica: per congiunti si intendono «parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili». E dunque, dal 4 maggio si potrà andare a far visita non solo ai consanguinei e alle persone a cui si è legati giuridicamente ma a qualsiasi persona alla quale si sia legati da una relazione affettiva stabile, fidanzati compresi. Presto la precisazione arriverà sul sito di Palazzo Chigi. Le Faq chiariranno ulteriori dubbi interpretativi sul provvedimento che aveva scatenato non solo le ire social degli italiani, ma anche diverse reazioni politiche.
Quindi si può andare a lavoro, col rischio del contagio, ma non vedere i propri compagni/e o coloro con i quali non si hanno legami giuridicamente riconosciuti? La politica non ignori le ragioni degli affetti. Servono chiarimenti #Covid_19 https://t.co/ELwYGvhJr4
— Monica Cirinnà (@MonicaCirinna) April 27, 2020
«Conte ci faccia capire la ratio secondo la quale è possibile, giustamente, far visita ai parenti all’interno della propria regione ma non alla propria fidanzata o fidanzato, se abitano al di fuori del comune di residenza. Ci auguriamo sia stata l’ennesima svista del premier e del suo pagatissimo staff», hanno scritto i deputati della Lega Paolo Tiramani e Alessandro Giglio Vigna firmatari dell’interrogazione. Ironico il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia Guido Crosetto: «I fidanzati sono congiunti… ma solo se la loro relazione è stabile. Non vorrei essere nel carabiniere che deve verificarlo!». «Condivido la prudenza del governo nella scelta di graduare le aperture. Allo stesso tempo, non condivido la scelta di limitare le visite in sicurezza ai soli congiunti, perché non tiene conto della pluralità delle esperienze e degli affetti», ha dichiarato Monica Cirinnà, senatrice del Partito democratico.