Dopo 620 giorni da quel 14 agosto del 2018 in cui 43 persone persero la vita nel crollo del ponte Morandi, il nuovo viadotto torna a unire la città di Genova, la Liguria, l’Italia. «Questa è una giornata speciale e simbolica per l’Italia». Sono le prime parole del premier Giuseppe Conte, giunto a Genova per il “varo” del nuovo ponte. L’ultima trave in acciaio della struttura è stata fissata questa mattina, a 40 metri di quota, a completamento dei 1.067 metri dell’impalcato che va a sostituire il ponte Morandi. Nei prossimi mesi si procederà al completamento del manto stradale e alla delicata fase dei collaudi. Il ponte, secondo quanto confermato dal sindaco di Genova Marco Bucci, dovrebbe essere completato definitivamente il prossimo luglio.
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Nel momento in cui l’ultima struttura lunga 50 metri è stata posizionata fra le pile 11 e 12, alla presenza del sindaco Bucci, del presidente della Liguria Giovanni Toti, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, sono state suonate le sirene de cantiere, a cui hanno risposto quelle del porto. Un punto di arrivo tutt’altro che scontato. Dopo la demolizione delle macerie del vecchio ponte Morandi il cantiere per la ricostruzione, affidata al consorzio “PerGenova”, composto da Salini Impregili e Fincantieri Infrastructure, ha incontrato molte difficoltà, dall’amianto all’incendio di una pila, ma non si è mai fermato, ha lavorato ventiquattro ore su ventiquattro, impiegando mille persone, ed è andato avanti anche in periodo di coronavirus, un operaio è stato trovato positivo, sono state adottate tutte le misure di sicurezza, l’isolamento, le mascherine e il lavoro ha rallentato, ma non si è interrotto.
Il Presidente @GiuseppeConteIT alla cerimonia del varo dell’ultima campata del Ponte sul Polcevera.
🔴 In diretta da Genova https://t.co/azR9lVoUeK— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) April 28, 2020
«Genova ci insegna a ripartire insieme», ha detto il premier Conte. «Questa comunità ha saputo riprendere il cammino ed è una luce che dà speranza all’Italia intera. Questo è il cantiere dell’Italia che si rimbocca le maniche, che non si lascia abbattere o sopraffare da una tragedia anche se così dolorosa, di un’Italia che mette insieme le sue capacità, il suo senso del dovere, dove ognuno fa la sua parte e porta a casa un risultato straordinario». Il premier ha insistito sul fatto che Genova è un modello per l’Italia: «Da qui, la città della Lanterna, si irradia una nuova luce per l’Italia». «Lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia: ero già qui e abbiamo detto subito che Genova non sarebbe stata lasciata sola- ha detto Conte- questa presenza è doverosa, ma sono qui anche con grande piacere perché oggi suturiamo una ferita che non potrà essere completamente rimarginata perché ci sono 43 vittime e noi non dimentichiamo».