Le stime della Commissione Ue mostrano ormai in maniera abbastanza chiara che con la crisi causata dal coronavirus «l’Europa sia entrata nella più profonda recessione economica della sua storia». Tradotto in numeri, significa che nel 2020 la crescita dell’Eurozona crollerà del 7,7% mentre quella dell’Ue nel suo insieme del 7,4%. «Le stime di crescita dell’Ue e dell’Eurozona — spiega la Commissione — sono state riviste al ribasso di 9 punti percentuali rispetto alle scorse Previsioni di autunno». La Commissione Ue avverte anche che «la pandemia avrà un grave impatto sul mercato del lavoro», stimando un aumento del 9% della disoccupazione europea nel 2020. In Italia arriverà invece all’11,8%. Le notizie positive arrivano solo dalle previsioni sul 2021, quando è previsto un rimbalzo importante: +6,3% del Pil nella zona euro e +6,1% nell’Unione.
Pandemia e lockdown peseranno pesantemente anche sull’economia italiana. Secondo le Previsioni economiche di primavera della Commissione Ue subirà una «profonda recessione» con il Pil che crollerà 9,5% rispetto allo scorso anno, peggio solo la Grecia che subirà una flessione del 9,7%. Il crollo verticale del Pil, insieme all’aumento delle spese per fronteggiare l’emergenza, contribuirà a fare impennare deficit e debito. Quanto al primo, nel 2020 «il coronavirus lo spingerà all’11%», con la previsione di un calo nel 2021 al 5,5%. Il debito invece «raggiungerà il 159% nel 2020 e scenderà al 153,5% nel 2021». Secondo l’Ue, la disoccupazione in Italia salirà all’11,8% nel 2020, per poi riscendere al 10,7% nel 2021.
«L’Europa sta sperimentando uno shock senza precedenti dalla Grande Depressione», ha commentato il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. «Sia la recessione che la ripresa saranno disomogenee, i dati aggregati a livello europeo nascondono considerevoli differenze fra Paesi». A guardare i numeri nel dettaglio, si vede un’Europa spaccata in due: il debito pubblico esplode tra i Paesi del Sud che partivano già più indebitati. La Francia passerà dal 98,1% del 2019 al 116,5% di quest’anno. La Spagna dal 95,1% al 115,6%, il Portogallo dal 117,7% al 131,6%. L’Italia avrà il debito più alto dell’Ue (159%) dietro alla Grecia (196,4%). L’Olanda, invece, passerà dal 48,6% al 62,1%. Non è difficile capire, dunque, capire, la sua posizione rispetto agli aiuti e agli strumenti per fronteggiare la pandemia.
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Allarmanti anche i dati sulla disoccupazione, che ancora una volta mostrano come l’emergenza nel Sud Europa sia più forte. Il tasso di disoccupazione nell’Eurozona passa dal 7,5% dello scorso anno al 9,6% di quest’anno per scendere all’8,6% nel 2021. Ma se si guardano i singoli Stati, si vede che in Germania la percentuale di senza lavoro passa dal 3,2% del 2019 al 4% di quest’anno per scendere al 3,5% nel 2021. L’andamento in Olanda sarà 3,4%-5,9%-5,3%, mentre in Italia 10%-11,8%-10,7% e in Francia 8,5%-10,1% -9,7%. Quanto all’inflazione, la Commissione si aspetta che cali in modo significativo nel 2020 a causa della caduta della domanda e del prezzo del petrolio.
La forza della ripresa del 2021, sottolinea la Commissione, sarà «marcatamente» diversa perché «la ripresa di ogni Stato membro dipenderà non solo dall’evoluzione della pandemia ma anche dalla struttura delle rispettive economie e dalla capacità di rispondere con politiche di stabilizzazione». La Commissione ricorda poi «l’interdipendenza tra le economie europee», dunque la ripresa di ogni Paese andrà a condizionare anche quella degli altri. Per questo «la ripresa collettiva dipenderà dalle forti risposte coordinate a livello dell’Ue e nazionale», ha commentato il vicepresidente esecutivo della Commissione, Valdis Dombrovskis. Dalle previsioni emerge che entro la fine del 2021 solo l’attività economica di Germania, Austria, Croazia, Slovacchia e Polonia sarà tornata ai livelli pre-coronavirus. Ma il livello della produzione di Italia, Spagna e Olanda resterà, in base alle stime, sotto del 2% rispetto a fine 2019.