L’Italia è pronta a ripartire: entra nel vivo la fase 2 dell’emergenza sanitaria del coronavirus. Dal 18 maggio 2020 gli spostamenti all’interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione, mentre dal 3 giugno saranno consentiti gli spostamenti su tutto il territorio nazionale. Spostamenti che, però, potranno essere limitati solo con provvedimenti «in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, in base al rischio epidemiologico». Vuol dire che senza limitazioni o zone rosse istituite dai governatori in accordo con il governo oppure per specifici problemi legati all’indice di contagio, si potrà andare in tutta Italia senza autocertificazione.
Già da lunedì 18 maggio «non sono soggetti ad alcuna limitazione gli spostamenti all’interno del territorio regionale», sempre fatte salve «le misure di contenimento più restrittive relativamente a specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica». Sarà possibile, dunque, trasferirsi nelle seconde case purché si trovino all’interno della regione di residenza.
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Fino al 2 giugno, secondo la bozza del prossimo decreto legge, sono invece vietati «i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza». Secondo quanto riporta Repubblica, però, le Regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sarebbero contrarie alla linea proposta dal governo e vorrebbero anticipare gli spostamenti interregionali senza restrizioni già da lunedì prossimo.
Rimane «divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultati positivi al virus, fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria».
Per quanto riguarda «le attività economiche e produttive», sono consentite «a condizione che rispettino i contenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di esercizio o in ambiti analoghi, adottati a livello nazionale. Le singole regioni possono adottare propri protocolli nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. Le misure limitative delle attività economiche e produttive possono essere adottate, nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità».