Francia e Germania hanno presentato un piano congiunto con alcune proposte per aiutare l’Unione Europea a uscire dalla crisi causata dal coronavirus. La più importante è un “fondo per la ripresa” (Recovery Fund) di 500 miliardi di euro per aiutare i settori più colpiti dalla crisi. A differenza di altri fondi messi in campo dalle istituzioni europee per sostenere l’economia, questo prevederebbe la raccolta di soldi sui mercati finanziari e la loro distribuzione tramite sussidi e non prestiti.
Il documento franco-tedesco vuole presentarsi come un compromesso tra la posizione dei Paesi dell’Europa meridionale, con Italia e Francia in testa, e quella dei nordici più rigorosi dal punto di vista fiscale, di cui la Germania è capofila. Da un lato le dimensioni chieste per il fondo, 500 miliardi appunto, appaiono nettamente inferiori rispetto alla richiesta della sponda Sud, che finora ha spinto per uno stanziamento di almeno 1.000 miliardi. Dall’altro, secondo il meccanismo proposto da Parigi e Berlino, queste sovvenzioni – incardinate sul bilancio pluriennale europeo – dovrebbero essere a fondo perduto, un aspetto che ha fatto finora storcere il naso ai falchi del nord.
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L’Italia, secondo fonti di Palazzo Chigi, si aspetta che le venga messa a disposizione una fetta sostanziosa degli aiuti previsti dal Recovery Fund: cento miliardi di euro. L’Italia si dice soddisfatta, con Palazzo Chigi che considera la proposta «un buon punto di partenza», anche se ancora «da ampliare». Una posizione, sottolineano dal governo riguardo al documento franco-tedesco, che «è frutto del lavoro congiunto con altri partner europei, in primis l’Italia». Sul fronte degli inflessibili iniziano già ad arrivare dei distinguo: la prima a rompere le fila è stata l’Austria, secondo cui il sostegno dell’Ue deve concretizzarsi in «prestiti, non aiuti».
Con il piano franco-tedesco si introdurrebbe anche una prima forma di emissione di debito comune: la Commissione sarebbe infatti autorizzata a finanziare il Fondo per la ripresa andando a prendere denaro a prestito sui mercati in nome dell’Unione europea. Come hanno spiegato Merkel e Macron gli aiuti «non saranno rimborsati dai destinatari» ma «dagli Stati membri» nel loro complesso, ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha peraltro sottolineato che il denaro arriverà «dal bilancio dell’Ue, quindi non prestiti» e sarà messo «a disposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia». Una posizione a metà strada, insomma, su cui tuttavia l’unanimità resta ancora tutta da trovare. Von der Leyen incassa per ora l’assist franco-tedesco, che «va – dice – nella direzione della proposta su cui sta lavorando la Commissione». Ma ora bisognerà tenere conto anche delle opinioni di tutti gli altri Stati membri, oltre che del Parlamento europeo.