Si complica la strada per l’istituzione del Recovery Fund. Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia presenteranno una controproposta al piano Merkel-Macron. Ad annuncialo è stato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz sul quotidiano Oberösterreichischen Nachrichten. «Vogliamo essere solidali con gli stati che sono stati colpiti duramente dalla crisi, ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi», ha ribadito Kurz. «Nei prossimi giorni – ha proseguito – presenteremo una proposta con una serie di idee. Siamo convinti che il rilancio dell’economia europea sia possibile, senza una comunitarizzazione dei debiti».
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La proposta franco-tedesca di un Recovery Fund finanziato da debito comune rompe un tabù che aveva frenato finora una risposta comune al crisi generata dalla pandemia e che aveva sempre trovato contrario il fronte del Nord con la Germania in testa. Ora viene meno l’alleato più potente ma resta l’opposizione dei Paesi rigoristi. «Ci rifiutiamo di finanziare prestiti non rimborsabili» ha detto il ministro delle Finanze austriaco Gernot Bluemel. Per Vienna «è necessario fare investimenti nel futuro, non coprire i costi dei debiti passati» e chiede «un impegno europeo per una maggiore disciplina di bilancio» dopo la crisi. Determinato anche il no del danese Nicolai Wammen al debito in comune con trasferimenti tra Paesi. La Danimarca sta lavorando «con Austria, Svezia e Olanda per avere un bilancio che non sia troppo ampio, perché ci serve denaro anche a livello nazionale».
Rimane ancora da chiarire inoltre quale forma prenderanno le nuove proposte dei Paesi del Nord. Ma un’anticipazione in tal senso la fornisce anche la ministra austriaca per gli Affari europei, Karoline Edtstadler che in un’intervista al quotidiano Salzburger Nachrichten, fa eco al cancelliere Kurz, sottolineando che gli aiuti dovranno avvenire sotto forma di prestiti: «Una cosa è comunque certa: i soldi che ora vanno a Italia, Spagna oppure Francia vanno usati per superare la crisi e vanno restituiti».