Dopo la presa di posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità che ha sospeso le sperimentazioni sull’efficacia contro il coronavirus dell’idrossiclorochina, anche l’Italia ha bloccato l’utilizzo dell’antimalarico per curare i pazienti affetti da Covid-19. L’Agenzia italiana del farmaco ferma infatti l’autorizzazione all’utilizzo del farmaco al di fuori degli studi clinici sia in ambito ospedaliero che in ambito domiciliare, in quanto «nuove evidenze cliniche indicano un aumento di rischio per reazioni avverse a fronte di benefici scarsi o assenti».
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Si era iniziato a parlare dell’impiego dell’idrossiclorochina contro il nuovo coronavirus a febbraio, in seguito a un test di laboratorio che aveva evidenziato la sua capacità di impedire al coronavirus di legarsi alle cellule, primo passaggio per poterle poi sfruttare per replicarsi. Il test era stato eseguito in vitro, quindi non in un organismo, e aveva alcuni limiti nella sua realizzazione. Uno studio fatto in Cina aveva invece incluso un gruppo di controllo, rilevando qualche miglioramento nei pazienti con casi poco gravi di Covid-19. Anche in quel caso la ricerca aveva coinvolto un numero limitato di persone.
Ma adesso secondo uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet, l’idrossiclorochina sarebbe inefficace per il trattamento del coronavirus, e potrebbe addirittura risultare dannosa per chi ha problemi cardiaci. Lo studio evidenzia un maggior rischio di mortalità tra i pazienti Covid-19 che prendono idrossiclorochina e clorochina. «Al momento attuale tuttavia, nuove evidenze cliniche relative all’utilizzo di idrossiclorochina nei soggetti con infezione da SARS-CoV-2 (seppur derivanti da studi osservazionali o da trial clinici di qualità metodologica non elevata) indicano un aumento di rischio per reazioni avverse a fronte di benefici scarsi o assenti».
Per tale ragione, in attesa di ottenere prove più solide dagli studi clinici in corso in Italia e in altri paesi, l’Aifa «sospende l’autorizzazione all’utilizzo di idrossiclorochina». L’Agenzia ha anche ribadito che «non ha mai autorizzato l’utilizzo di idrossiclorochina a scopo preventivo», così come ha fatto, per esempio, il presidente americano Trump. Inoltre, ne prevedeva l’ultilizzo nei «dosaggi e per i tempi indicati nelle schede in continuo aggiornamento in base alle evidenze scientifiche e nel contesto di una accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio nei singoli casi, considerando attentamente le patologie concomitanti». L’utilizzo di questo farmaco viene ora escluso dalla rimborsabilità, ma, si precisa anche, «l’eventuale prosecuzione di trattamenti già avviati è affidata alla valutazione del medico curante».