«Al momento in Italia non vengono riportate situazioni critiche relative all’epidemia di Covid-19». È questo, in sintesi, il risultato del monitoraggio degli indicatori per la cosiddetta Fase 2 svolto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute per la settimana tra il 18 e il 24 maggio. Dati fondamentali e sui quali si baseranno le decisioni del governo in vista del 3 giugno, data in cui era stata ipotizzata la riapertura alla libera circolazione tra Regioni.
LEGGI ANCHE: La Grecia dal 15 giugno apre ai turisti di 29 Paesi, Italia esclusa
Nel rapporto si specifica che l’incidenza settimanale rimane molto eterogenea nel territorio nazionale e che l’indice di trasmissibilità (Rt), dato usato dall’Iss come riferimento per le valutazioni sull’andamento dell’epidemia nel Paese, è al di sotto di 1, soglia entro la quale si ritiene il virus sotto controllo. Tra gli indicatori più alti il Molise con Rt 2,2 e l’Umbria con Rt 0,94, mentre le regioni più colpite in questi mesi dalla pandemia che ha causato 33mila morti, hanno valori inferiori: Lombardia Rt 0,75 e Veneto 0,65. «L’incidenza settimanale rimane molto eterogenea nel territorio nazionale. In alcune Regioni il numero di casi è ancora elevato denotando una situazione complessa ma in fase di controllo», e dunque «si raccomanda cautela specialmente nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale», si legge nel report.
La decisione finale sugli spostamenti tra regioni spetta ora al governo. Il ministro della Salute Roberto Speranza e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia dovranno ora incontrare i presidenti delle regioni per capire come riaprire. «I dati del monitoraggio sono incoraggianti. I sacrifici importanti del lockdown hanno prodotto questi risultati. Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa con gradualità e cautela», ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza.