La Svezia avrebbe potuto fare di più per combattere l’epidemia di coronavirus. Ad ammetterlo è stato Anders Tegnell, l’epidemiologo artefice della strategia adottata dal governo che da subito ha deciso di non chiudere il Paese ma di puntare sul distanziamento sociale e sul senso di responsabilità dei cittadini. «Se dovessimo imbatterci nella stessa malattia, sapendo esattamente quello che ne sappiamo oggi, credo che la nostra risposta sarebbe a metà strada fra ciò che ha fatto la Svezia e ciò che ha fatto il resto del mondo».
Prima un mea culpa, poi la retromarcia. Il capo epidemiologo svedese Anders Tegnell poche ore dopo in conferenza stampa ha difeso il controverso “modello svedese”: «Continuiamo a credere che la nostra strategia fosse buona, ma c’è sempre spazio per i miglioramenti. Puoi sempre fare meglio questo lavoro», ha detto Tegnell negando che la strategia svedese sia sbagliata o vada cambiata.
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Sin dall’inizio della pandemia la Svezia ha adottato un approccio molto diverso rispetto agli altri paesi: non ha mai imposto restrizioni particolari affidandosi soprattutto alla responsabilità individuale delle persone. Uffici, luoghi di lavoro, negozi, palestre, ristoranti e scuole (per i ragazzi fino a 16 anni) non sono stati chiusi. Sono invece stati vietati gli assembramenti con più di 50 persone.
I contagi nel Paese sono stati oltre 38mila e le morti quasi 4.500 su una popolazione di 10,2 milioni di abitanti contro le 580 in Danimarca, le 320 in Finlandia e le 237 in Norvegia. Un tasso di mortalità procapite del 43,2 per 100mila abitanti più basso di quello spagnolo (58,1) e italiano (55,4), ma tra i più alti al mondo: più di Stati Uniti (32,1) e Brasile (14,3) e di gran lunga più elevato rispetto agli altri Paesi nordici. Numeri che avevano scatenato diverse critiche tanto che il premier Stefan Lofven, sotto la crescente pressione delle opposizioni, ha assicurato che prima dell’estate verrà lanciata un’inchiesta su come è stata gestita l’epidemia di Covid-19.
Il problema ulteriore è che l’aver tenuto aperto il Paese non è servito a limitare le conseguenze economiche della pandemia. Il ministro delle Finanze, Magdalena Andersson, di recente ha stimato che in Svezia il Prodotto interno lordo avrà un calo del 7%, certificando una recessione in linea con il resto d’Europa e una crisi che non si era mai verificata dal secondo dopoguerra.