Dopo polemiche e rassicurazioni adesso si parte per davvero: diventa operativa in quattro regioni pilota – Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia – Immuni per la tracciabilità dei contatti positivi al coronavirus. La app è scaricabile dal primo giugno e, dopo una prima settimana di sperimentazione, il funzionamento a pieno regime su scala nazionale è programmato per il 15 giugno prossimo.
Immuni «è stata scaricata da 2 milioni di italiani», ha detto il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. «È una app molto utile – ha sottolineato – e il tracciamento è una componente essenziale per questa fase». «Certo – ha ammesso il commissario – sono ancora troppo pochi, ma non abbiamo ancora iniziato una massiccia campagna di comunicazione. Consiglierei a tutti i nostri concittadini di scaricarla, ma in questi mesi ho avuto conferma che gli italiani sanno sempre cosa è bene fare». Questo perché a fronte della massiccia presenza di innumerevoli app realizzate per tracciare i contagi a livello regionale, Arcuri spera che gli italiani prediligano quella realizzata a livello nazionale.
E così Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia saranno le prime regioni a testare il funzionamento della app di contact tracing Immuni, che ha avuto anche il via libera, nei giorni scorsi, del Garante per la Privacy. La app arriva alla linea di partenza non senza una scia di polemiche e inciampi tecnici. Ha dovuto superare le critiche alle icone sessiste che ritraevano una mamma con il bambino e l’uomo davanti al pc. In seguito sono arrivati i problemi legati alla tipologia di smartphone, in alcuni casi incompatibili per scaricare la app e su cui si è concentrato il lavoro di questi giorni per cercare di arrivare pronti al D-day.
Immuni funziona senza seguire gli spostamenti, senza conoscere l’identità della persona che la installa sul proprio cellulare, o quella delle persone con cui si entra in contatto. Si può scaricare gratuitamente e volontariamente, non accede alla rubrica, non invia sms e non chiede il numero di telefono all’utente. Una volta attivata, l’App, registra i contatti con altri utenti usando il Bluetooth: scambia codici temporanei casuali con altri dispositivi che l’hanno installata. Quando un utente di Immuni risulta positivo al coronavirus, attraverso la app si attiva un meccanismo per cui vengono avvisati tutti i cellulari degli utenti che nei 14 giorni precedenti si sono imbattuti nella persona positiva stando a meno di due metri di distanza per almeno 15 minuti, riceveranno una notifica, che consiglierà a chi la riceve di consultare le autorità sanitarie.