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Sette i Paesi contrari al Recovery Fund: anche Orbán con il fronte del “no”

Redazione di Redazione
Giugno 8, 2020
in Mondo
Tempo di lettura: 2min read
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I Paesi contrari alla proposta della Commissione europea sul Recovery Fund diventano sette. Ai quattro nordici (Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca) da sempre ostili alla gestione degli aiuti europei si sono aggiunti Belgio, Lituania e Ungheria. In particolare, secondo quanto riporta il Financial Times, nel mirino dei governi dissidenti è finita la redistribuzione dei fondi previsti per il contrasto all’emergenza Covid che, tra le altre cose, vedevano l’Italia come principale beneficiario con 172,7 miliardi, di cui 81,8 a fondo perduto.

LEGGI ANCHE: Recovery Fund, all’Italia la parte di aiuti più grande: 173 miliardi di cui 82 a fondo perduto

I sette Paesi denunciano una «ripartizione delle risorse che ha scarsa connessione diretta con la pandemia». I rappresentanti dei Paesi in Ue definiscono “obsoleta” la metodologia di Bruxelles per l’allocazione delle risorse. Tra gli esempi di squilibrio viene citata la Polonia, che dovrebbe avere la recessione meno grave in Ue ma sarebbe la terza beneficiaria del Recovery, e il Belgio, che ha il più alto tasso di mortalità pro capite in Ue ma riceverebbe tra gli importi più bassi del fondo.

Questo anche perché i fondi previsti dal Recovery Fund, che dovrà comunque essere approvato all’unanimità in sede di Consiglio Ue, non sono, se non in una parte minoritaria, destinati solo alla gestione immediata dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, ma vanno a rimpolpare degli specifici settori all’interno del prossimo bilancio settennale e ritenuti fondamentali per la ripresa economica del Paese: non a caso, tra le voci principali ci sono quella legata alla riconversione green dell’industria o quella che si concentra sullo sviluppo tecnologico, digitale e dell’intelligenza artificiale.

Non a caso, oltre al solito gruppo di rigoristi del Nord che ritiene la proposta della Commissione eccessiva, soprattutto per quanto riguarda gli stanziamenti a fondo perduto che dovranno poi essere recuperati nei prossimi decenni grazie a maggiori contributi da parte degli Stati membri, tra i contrari figurano anche Paesi come Lituania e Ungheria, beneficiari netti che, in base all’ultima proposta di Ursula von del Leyen sull’uso e la distribuzione dei fondi nel quadro del bilancio comunitario relativo al 2021-2027, vedranno diminuire lo stanziamento in loro favore del 24% ciascuna. «Lo European Recovery Fund è assurdo e perverso, privilegia i paesi ricchi e non quelli più poveri all´interno dell´Unione europea», aveva affermato Viktor Orbán subito dopo la proposta della Commissione.

L’Ungheria ha affrontato con successo l’emergenza coronavirus, chiuderà la fase di allarme rosso e revocherà gli stessi superpoteri di Orbán il 20 giugno, e ha avuto poco meno di 500 morti. L’Ungheria dunque riceverà secondo i piani del recovery fund circa 15 miliardi di aiuti straordinari europei di cui 8,1 a fondo perduto e 6,9 da restituire. Meno di Italia o Spagna dove le cifre del massacro sono state ben altre. Infatti secondo le stime legate alla proposta della Commissione guidata da Ursula von der Leyen, Italia, Spagna, Polonia e Grecia saranno i Paesi che riceveranno più contributi dal fondo: «La redistribuzione prevede una quota molto ampia verso i Paesi che sono stati gravemente colpiti dalla crisi – ha spiegato la Commissione in una nota – L’assegnazione di fondi a Grecia, Italia e Spagna rappresenta quasi il 50% della dotazione disponibile».

Tags: Commissione EuropeaEmergenza coronavirusRecovery FundUngheriaUrsula von der LeyenViktor Orbán
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© 2021 Casa editrice: MAURFIX S.r.l.
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Fondatore e Direttore Editoriale: Maurizio Andreanò
Direttore Responsabile: Gianluca Santisi
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